Il Metaverso, futura evasione dalla realtà

Il Metaverso è un mondo virtuale, per lo più ancora ipotetico, al quale si può accedere attraverso una realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR). Dunque, con questo termine si indica un modo di connettere gli esseri umani a Internet e ad altri esseri umani, andando oltre i concetti di realtà virtuale e aumentata. Le persone collegate fanno parte del mondo fisico, ma possono vedere ed interagire con cose che gli altri non vedono perché proprie del mondo virtuale.

Il termine deriva dall’unione di due parole, dal greco “meta” che significa “all’interno” e dal termine “verso” ovvero l’abbreviazione di “universo”. Compare per la prima volta nl 1992 nel romanzo “Snow Crash” di Neal Stephenson: il protagonista Hiro è in cerca di una via di fuga da una realtà che lo opprime. Consegna pizze per la mafia durante l’orario di lavoro, è un hacker nel tempo libro. Riesce a scappare dalla sua realtà soltanto con la creazione di una realtà virtuale dal suo computer, accedendo solo con occhiali e cuffie.

Questo concetto ha acquistato più popolarità solo recentemente quando Mark Zuckerberg ha annunciato di voler creare un suo metaverso con idee già viste nei videogiochi multimediali di Minecraft, Fortnite e The Sims (2020), cambiando così il nome della sua società in Meta. In tutto il mondo, milioni di gamer si riuniscono per ore a giocare attraverso i loro avatar: il rapper Travis Scott si è esibito in un concerto all’interno di Fortnite, seguito da un milione di giocatori.

A differenza dell’attuale realtà virtuale utilizzata principalmente per i giochi, questo nuovo mondo potrebbe essere utilizzato per qualsiasi cosa: lavoro, concerti, viaggi, cinema, studio. Ad esempio, Facebook ha sperimentato un’app per riunioni VR chiamata Workplace e uno spazio sociale chiamato Horizons che utilizzano entrambi sistemi di avatar. Dunque, il posto di lavoro del futuro di Facebook anticipa la possibilità reale di poter fare riunioni in realtà virtuali attraverso pc. Un’altra app VR è VRChat, incentrata sull’incontrarsi online e chattare senza alcun obiettivo o scopo diverso dall’incontrarsi nella vita reale ed esplorare ambienti nuovi.

Il Metable

Il metaverso è il modo in cui sicollaborerà, si socializzerà e si studierà in futuro. Stiamo passando da un mondo 2D, in cui l’interazione è limitata a dispositivi esterni, ad un mondo 3D che farà diventare internet una simulazione virtuale completa.

Combinando nuove tecnologie come AR, VR con i propri avatar si lavorerà, studierà, socializzerà da ogni parte del mondo come se fossimo realmente seduti intorno a un tavolo nello stesso posto. La grande differenza rispetto ad internet è che nel metaverso le distanze sono annullate e saremo in grado di percepire un senso di presenza completo.

L’obiettivo principale sarà creare esperienze e il ruolo di Metable (The Evolution of Education) è rendere semplice questo processo nel campo della formazione e permettere a tutti di prenderne parte.

Metable è il primo metaverso formativo “learn to earn” che sviluppa un percorso formativo rivolto a chi:   

  • vuole studiare utilizzando le tecnologie più avanzate, guadagnando;
  • vuole insegnare in un metaverso decentralizzato e globale;
  • vuole investire in un mercato dalle enormi potenzialità di sviluppo;
  • vuole collaborare all’interno di un contesto professionale e moderno.

Un investimento che è di appena 30 miliardi di dollari, incredibilmente piccola rispetto ad esempio alla capitalizzazione di Facebook-Meta (900 miliardi) e del settore del gaming/esports (1.980 miliardi), in base alla ricerca Grayscale Research di novembre 2021. Invece, l’attuale capitalizzazione di mercato delle aziende appartenenti all’industria del web 2.0 è di 14.800 miliardi di dollari.

Il Metaverso e la progettazione

Dopo anni di esperimenti, oggi le soluzioni che puntano al mondo virtuale si stanno diffondendo nel business. Per esempio, l’industria edile – come abbiamo già accennato – ha adottato i BIM, ovvero soluzioni che rappresentano in maniera digitale le caratteristiche fisiche e funzionali delle nostre infrastrutture. Tramite i BIM i dati di una costruzione come palazzi, fabbriche, navi, tunnel possono essere raccolti, combinati e collegati digitalmente per poi rappresentarli in 3D.

 Un esempio recente di progettazione BIM è il caso del nuovo Porto di Genova, progetto realizzato dalla società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane Italferr. Progetta, supervisiona e costruisce i lavori di progetti infrastrutturali su larga scala in tutto il mondo e per questa costruzione ha sfruttato le potenzialità del gemello virtuale (Digital Twin) per migliorare ed ottimizzare i flussi di lavoro nella progettazione del nuovo Ponte sul Polcevera di Genova. Un ponte che è parte di un’importante rete stradale che collega l’Italia alla Francia e costituisce il punto di accesso principale all’adiacente aeroporto.

Italferr doveva affrontare la sfida di completare il progetto di ricostruzione del ponte crollato il 14 agosto 2018 da 202 milioni di euro in soli tre mesi. Doveva, inoltre, realizzare un design semplice sfruttando lo stesso spazio del precedente con pilastri di cemento armato posizionati da 50 a 100 metri di distanza l’uno dall’altro. Per garantire l’accuratezza del progetto e rispettare le pressanti tempistiche, Italferr ha utilizzato la metodologia BIM di Bentley per creare un digital twin del viadotto, semplificando i flussi di lavoro durante la fase di progettazione, individuando in maniera preventiva qualsiasi errore e interferenza anche durante la demolizione.

Sfruttando i BIM e creando un flusso di lavoro digitale mediante le applicazioni Bentley, Italferr ha ridotto i costi di progettazione e migliorato il processo decisionale. Grazie al lavoro di Italferr con la visualizzazione 4D, il ponte completato aumenterà il flusso di beni e servizi in entrata e in uscita da Genova rispetto al precedente. In questo modo, la società di costruzione non solo ha ripristinato l’importante via di transito ma mette anche la città in condizione di continuare a crescere culturalmente ed economicamente. 

Dunque, i benefici del BIM non sono di certo pochi: hanno iniziato a integrare anche tecnologie di realtà virtuale, che viene utilizzata in varie fasi del processo di design stravolgendo in meglio i processi. La realtà virtuale ha permesso di migliorare i workflow, ridurre i costi e velocizzare il processo di design ingegneristico. Quindi, un ingegnere può visitare un sito ancora prima di andarci fisicamente analizzando anticipatamente le criticità possibili durante la costruzione.

Tra il virtuale e il reale

Nel mondo reale l’architettura è fondamentale per plasmare spazi pubblici e privati in funzione di comodità e valore artistico (significato). Per assurdo, anche se con parametri diversi, gli edifici costruiti nel Metaverso sono o saranno centri di socialità e per questo necessitano di un’attenta analisi di progettazione per essere funzionale al meglio.

Nel mondo virtuale non servono mezzi né materiali per costruire, non ci sono norme urbanistiche e burocrazia da rispettare; bisogna rispondere solo alle leggi della fisica da integrare con le proprie esigenze. Il Metaverso, quindi, diventa un parco divertimenti per il progettista che non deve più occuparsi di fattibilità e costi come invece accade per la costruzione di un edificio reale, ma solo sulle scelte progettuali che possano risaltare di più il valore del proprio progetto.

Proprio per questo forte interesse verso i luoghi virtuali, è in forte crescita la compravendita di terreni per cifre da capogiro, pagati in cripto valute come Eheterum. Il terreno acquistato poi può essere edificato per poter svolgere le proprie attività, oppure affittato o lasciato intoccato in attesa che aumenti il suo valore.

L’elevata flessibilità del Metaverso e la sua integralità con diverse tecnologie dimostrano quanto le sue potenzialità siano ancora del tutto da esplorare. Sta al progettista farsi promotore di innovazione ed esplorare tutti i possibili vantaggi che il metaverso può dare all’architettura, reale e digitale, del futuro.

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