Il pensiero della settimana: chi siamo?

Chi siamo? Sicuramente non esseri perfetti. Eppure cerchiamo in ogni modo di diventarci.

A quale costo? Un’immensa pesantezza attanaglia le nostre vite, sempre  in continua ricerca di approvazione, in costante lotta per non essere da meno.
Sembra quasi che tutto oggi sia obbligatorio.

Devi laurearti, devi fare carriera, devi ottenere agiatezza economica, devi possedere, devi crescere a lavoro e non puoi fermarti.

Ogni gradino che raggiungi è sempre solo più basso del prossimo.

E chi invece si è fermato al primo di gradino?

Come spesso accade, molti ragazzi che non riescono nei tempi ad ottenere un titolo si sentono da meno e vivono in perenne angoscia, confrontandosi con le storie di successo dei loro coetanei.

Ma la domanda è: quale successo?

Semplicemente la vita non è uguale per tutti, c’è chi è più portato in un campo e chi in un altro, chi subisce un lutto, chi deve lavorare per poter studiare e chi invece è libero e può concentrarsi sui suoi obiettivi.

Nonostante ciò non si è sbagliati solo perché abbiamo bisogno di più tempo.

Non sei sbagliato se quel lavoro che hai conquistato non ti piace e lo detesti, non sei sbagliato se non vuoi responsabilità che il mondo che ti circonda sembra importi.

Non sei sbagliato quando commetti errori. Forse l’unica cosa davvero sbagliata è non lasciare andare la zavorra.

Sembra un discorso già affrontato e ripetuto, ma profondamente giusto se può far sentire qualcuno meno solo. Guardando i giornali, di storie di ragazzi che pensano che la vita non abbia un senso, solo perché non rientrano nei canoni di rapidità che il successo impone, è pieno.

Storie di ragazzi che scelgono di abbandonare la vita perché non riescono a tenere testa alle loro bugie, perché non hanno ancora concluso l’università, perché hanno vergogna nei confronti dei loro genitori.

Penso sia profondamente ingiusto. Piuttosto che rinunciare a veder sorgere il sole di nuovo, avete mille alternative.

Io sono sicuro che studiare legge, economia, medicina ecc. non debba essere l’unica strada. Chi ha talento artistico, chi ha passione per la meccanica, chi ama la natura può inventarsi mille lavori e avere anche più successo di chi sceglie una strada precostituita.

I ruoli sociali ci sono stati imposti, ti svegli e sembra che di fronte a te hai un armadio con tanti cassetti e ognuno di quelli è un mestiere; avvocato, bancario, medico, commercialista, militare, ecc…

Nessuno nasce con un ruolo da scegliere, si nasce solo per vivere.
Quando capiremo questo tema già affrontato da pensatori più illustri di me è lì che otterremo la vera liberazione.

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