A cura di Riccardo Piazza e Rita Rassu
Giovedì 14 maggio 2020 prende il via il Salone extra: l’iniziativa – fruibile interamente online – organizzata dal Salone Internazionale di Torino, in ragione dell’impossibilità, per la manifestazione, di svolgersi nella sua veste abituale al Lingotto Fiere di Torino.
Questo, l’annuncio dell’edizione XXXIII del Salone Internazionale del Libro di Torino, l’edizione “streaming” della filiera dell’editoria. Un’iniziativa al passo con i tempi ma lontana dal motusdel Salone. Perché prima di tutto non sono solo libri. Ciò è emerso in particolar modo in questi giorni in cui si sta svolgendo Vita Supernova, l’edizione “in presenza” del Salone. Un ritorno al con-tatto, al guardarsi, allo scambiarsi opinioni e pensieri, al condividere piuttosto che fare share e all’ascolto di storie umane piuttosto che di stories.
Come sottolineato da Claudia Brizzi, responsabile commerciale di Marcos y Marcos, v’è una felicità primaria «nel rincontrare il lettore» e «tornare in fiera». Ippocampo Edizioni vede un ritorno alla normalità con due stand per gli adulti a tema parigino e per i bambini a tema mago di Oz, la cura del dettaglio è fondamentale. Anche per l’Orma Editore il contatto è fondamentale per il comparto editoria, anche tra colleghi: «l’officina editoriale si nutre dello scambio».
L’editoria è anche una scelta. Una scelta per (r)esistere. Una scelta intrapresa dalla casa editrice Lithos SRL, referente del mondo accademico, in particolar modo con l’Università La Sapienza che dovrà continuare la propria esperienza editoriale nonostante la morte del Professor Maurizio de Benedictis: «Noi eravamo una piccola realtà e Maurizio ci ha “adottato” con le sue tre collane di storia del cinema. Ha creduto in noi e la sua scomparsa è stata veramente inaspettata ma continueremo proprio in memoria del suo lascito, portando avanti anche altri argomenti come la psicoterapia o il teatro. La nostra presenza qui è prima di tutto una testimonianza di vita». Testimonianza viva è la presenza stessa di Utopia Editore, casa editrice nata durante la pandemia e arrivata al Salone del Libro perché «la letteratura va oltre la storia e oltre lo spazio». Il significato della resistenza lo conosce bene la Marotta e Cafiero, casa editrice di Scampia che promuove un catalogo ecologico, con tematiche forti legate alla lotta contro le mafie, contro lo sfruttamento dei migranti, contro le droghe e l’uso delle armi. Sono stati portati in trionfo dalla stampa per aver acquisito i diritti di Stephen King ma la Marotta e Cafiero ha dalla sua in primis una storia umana che nasce dal ricordo di Antonio Landieri, ragazzo disabile vittima innocente di camorra. «Da alcuni anni abbiamo aperto la “Scugnizzeria”, 140 mq di rivoluzione dove i ragazzi del quartiere trovano laboratori artigianali, spazi redazionali, corsi di teatro e lo spazio ecologico del quartiere. È una piazza di spaccio, dove prima si trafficava droga ora si spacciano libri e cultura».
Ma l’anno della pandemia ha anche portato una maggiore attenzione sul virtuale e in particolar modo sui social network. La figura del book blogger è diventata chiave nel complesso paradigma social che collega le realtà editoriali ai lettori. Giusy Laganá, creatrice di “Viaggi Letterari”, ritiene che: «il book blogger è ormai un addetto ai lavori che non solo sponsorizza e promuove il libro ma che con passione si muove nel mondo dell’editoria, intrattenendo rapporti con le case editrici; il salone del libro è un ottimo modo anche per incontrarci tra di noi e rimuovere quel confine virtuale», concetto poi ribadito anche da Giorgia Negrini di “Leggere e Rileggere” che ritiene chiave il vedersi in presenza perché, nonostante il lavoro del book blogger sia perlopiù online, questo deve essere coadiuvato anche dall’incontro nella vita reale, punto cruciale per lo scambio e la condivisione.