Inchiostro e caffè: 5 motivi per leggere (o rileggere) la saga di Harry Potter in quarantena

Non potevamo non dedicare spazio alla serie da quarantena per eccellenza: chi proprio non ha nulla da fare può immergersi nella lettura dei sette volumi della serie di Harry Potter. Non rimarrà deluso.

Con spin off, opera teatrale e otto film che hanno contribuito a tirar su un’intera generazione, il maghetto con gli occhiali ancora spopola: prova ne sia che il popolo dei Potterheads italiani sta devotamente seguendo la messa in onda dei film della saga, ogni lunedì e martedì, commentando entusiasticamente le scene sui social come se si trattasse di una prima tv.

Se anche tu ti stai chiedendo come fa il maghetto a essere tra le prime tendenze Twitter da ieri pomeriggio, ecco cinque motivi per cui la saga di JK Rowling è un must per questa quarantena (libri e film, beninteso).

1 – Harry Potter è più di un libro

È un fenomeno generazionale, collettivo, di costume. Gli adolescenti nati negli anni ‘90 hanno passato mesi della loro adolescenza a spulciare il web in cerca del minimo rumour, dello spoiler più insignificante, in attesa dell’uscita dei libri nella versione italiana. Hanno persino fatto tutti i giochini assurdi del sito di JK Rowling senza fiatare. Harry Potter è cresciuto insieme ai suoi fan, che avevano 11 anni o giù di lì quando hanno letto il primo volume, ma sono andati a vedere l’ultimo film con comitive e fidanzati. Qualcuno, addirittura, con i figli. 

2 – Harry Potter è un eroe umano

Chi di voi ha visto ‘L’ordine della fenice’, ieri sera, ha idea di ciò che vi sto dicendo: Harry non è perfetto e in più è un adolescente. Quindi non è immune a frequenti e repentini sbalzi di umore. E sentirsi in prima linea nella lotta contro Voldemort non ha sempre favorito lo sviluppo di una personalità equilibrata. A ognuno di noi, Harry è familiare perché è coraggioso, buono, generoso, ma anche perché è pieno di difetti.

3 – Albus Silente

Alzate le bacchette per il preside di Hogwarts! Bizzarro, saggio, imperscrutabile, con un passato talmente segreto che nessuno ne sa niente per sei volumi di fila; eppure, quando compare in una scena, tiriamo sospiri di sollievo insieme a Harry e al resto dei personaggi. Emana quella rara dote che chiamiamo autorevolezza, che non esiste senza una buona dose di calma e pace interiore; doti che non esistono se non si è sofferto abbastanza da apprenderle… ma non vogliamo fare spoiler!

4 – Hermione e Ron

JK Rowling è stata bravissima a costruire sette volumi nella più perfetta coerenza: nel primo libro sono state gettate le basi per ogni dettaglio del settimo, che non potremmo leggere se non considerassimo tutte le informazioni contenute nel secondo e nel quarto, e così via.

Un fatto, però, è stato evidente fin dal principio: che Hermione e Ron sarebbero finiti insieme. Nel tempo, qualche regista ha provato a lasciare aperte altre possibilità (tipo Cuarón), ma  JK Rowling ha sempre saputo che fine avrebbero fatto i due migliori amici di Harry, fin da quando Hermione è entrata per la prima volta nello scompartimento di Harry e Ron.

5 – Voldemort

Non esisterebbe la saga se il cattivo non fosse stato costruito così bene, così magistralmente inserito dentro un contesto che si ispira ai peggiori totalitarismi della nostra storia. La storia di Voldemort è un romanzo nel romanzo: la totale assenza di amore nella sua vita è il contraltare di quella di Harry, che vive grazie al sacrificio dei suoi genitori.

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