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Si inaugura con questo articolo una nuova rubrica di Lanterna dedicata all’Innovazione, dall’intuitivo e rivelatorio titolo di InnovAzione.
Il concetto di Innovazione presenta oggi confini e contenuti per alcuni versi incerti.
Nell’intraprendere il nostro comune viaggio nell’Innovazione, dunque, appare opportuno partire precisando l’atteggiamento con il quale ci soffermeremo e ragioneremo su questo fenomeno.
Luca De Biase, in un recente articolo su Il Sole 24 Ore, dal titolo “L’innovazione (im)possibile: perché il sistema Italia guarda di sbieco al futuro”, racconta che nel nostro Paese intorno all’Innovazione ruotano quattro narrative.
In primo luogo, “c’è chi ritiene che il progresso sia fatto di nuove tecnologie e di una dinamica molto chiara: ogni nuova versione è sempre migliore della precedente”.
“Secondo un’altra narrativa tutto ciò che arriva dalle multinazionali è semplicemente una manifestazione del loro potere che i cittadini subiscono più o meno inconsapevolmente”.
“Una terza narrativa incrosta da secoli il dibattito nel Paese: tutto ciò che la politica e le autorità decidono, salvo rare eccezioni, prima o poi viene delegittimato, nell’infinito conflitto tra gli eredi dei guelfi e dei ghibellini. Inutile aspettarsi un miglioramento: gli italiani fanno da soli, senza sperare qualcosa dal sistema”.
“Infine, una narrativa più consolatoria fa notare che gli italiani in fondo se la passano bene e se ignorano le diavolerie moderne è soltanto perché non le ritengono tanto importanti”.
Il nostro sforzo sarà quello di andare oltre queste dinamiche, discutendo di Innovazione con un approccio più avanzato, dettato dalle peculiarità e dalle esigenze del nostro tempo.
Il paradigma della Sostenibilità e il criterio della Complessità, infatti, hanno proiettato la società contemporanea in una dimensione inedita, caratterizzata da profondi cambiamenti e dal venir meno di consolidati punti di riferimento.
La tragedia della Pandemia e l’orrore della Guerra, poi, hanno fatto da accelerante, imprimendo alle trasformazioni già in atto una spinta dall’impatto vertiginoso.
In questo particolare frangente, caratterizzato da trasformazioni tanto veloci e destabilizzanti, il nostro approccio all’Innovazione deve evolvere e tradursi in un superamento delle narrative appena ricordate.
Dobbiamo avere con l’Innovazione un rapporto fortemente laico e ancorato al merito: non ogni nuova tecnologia è portatrice di progresso, così come non ogni novità è foriera di negatività.
L’Innovazione, a sua volta, come molti altri aspetti del Contemporaneo, si trova nel pieno di grandi cambiamenti, sempre sotto l’impulso di Sostenibilità e Complessità.
La Sostenibilità, come noto, consiste in un nuovo modello di sviluppo, che svolge i suoi effetti lungo tre diversi versanti: ambientale, economico e sociale.
La Complessità, paradigma quanto mai attuale e pervasivo, sfugge al momento a definizioni codificate.
Edgar Morin, ritenuto il massimo studioso dell’argomento, nel suo “La sfida della complessità” scrive: “La parola complessità esprime contemporaneamente la situazione contorta della cosa designata e l’imbarazzo di chi parla, la sua incertezza nel determinare, chiarire, definire e, infine, la sua impossibilità a farlo”.
Alessandro Cravera, in “Allenarsi alla complessità”, afferma che “un contesto complesso non si caratterizza solo per la molteplicità, la variabilità e l’impredicibilità dei fattori che lo delineano ma anche per le interconnessioni e interdipendenze tra questi”.
Personalmente, ne “La Rotta dei Brand”, sostengo che “la Complessità costituisce un principio in base al quale l’Uomo si deve porre nella Realtà adottando un concetto nuovo di Conoscenza, caratterizzata da una spiccata trasversalità e poliedricità, con lo sviluppo di inedite ibridazioni dei saperi e con l’abbandono di suddivisioni verticali ormai obsolete”.
Alla luce di quanto sopra, possiamo dire che l’Innovazione sulla quale in questa rubrica poseremo il nostro sguardo rappresenta un fenomeno articolato, che svolge varie funzioni e si esprime in ambiti diversi.
InnovAzione, dunque, avrà certamente molto a che fare con la Tecnologia, ma giungerà a toccare anche i campi della Comunicazione, del Design e della Cultura.
