Verba manent: popolo distratto, governo felice

Dai tempi di Giovenale, “panem et circenses”, che il potere, a suo piacimento e comodo, utilizza certi argomenti per distrarre il popolo. Così, distraendo l’opinione pubblica, che rimane ingabbiata su temi futili, chi governa può stare sereno: è difficile che qualcuno possa mettere il naso su ciò che è veramente importante. Sta succedono questo, attualmente, in Italia: prima l’orsa, poi la sostituzione etnica; distrazioni che coprono problemi reali e impellenti. 

Sia chiaro: anche temi come quelli sopraccitati meritano soluzioni e discussioni. Ad esempio, a parere di chi scrive, l’orsa non va uccisa, sarebbe un inutile capro espiatorio. Le dinamiche specifiche di un territorio vanno governate, è compito della politica farlo. Così come l’uscita di Lollobrigida, totalmente fuori luogo, va intesa nell’ottica completa del discorso, che ovviamente è stato passato in tv dopo tagli e cesure. 

Tuttavia, ciò permette ai governi di rabbonire i popoli. Quanto si parla, ad esempio, di denatalità rispetto a temi più superficiali? Quanto di immigrazione, nel senso del fallimento del governo che, a oggi, si sta dimostrando incapace di mantenere le promesse elettorali (il blocco navale è impossibile, ma si sapeva)? 

Un recentissimo sondaggio Quorum/YouTrend ha messo in luce come i giovani dai 18 ai 34 anni, per il 31%, scelgano di non avere figli. Ciò per insicurezza sul futuro delle nuove generazioni e per difficoltà economiche. E se i prossimi anni saranno duri, come il contesto internazionale ci sta facendo capire, l’immigrazione servirà. Non sarà una “sostituzione etnica”, ma un necessario processo di integrazione che dovrà passare per scuole, università e aziende. 

Idem per il tema migratorio, tanto sbandierato in campagna elettorale dai partiti di destra. Quelle grida di guerra a Luciana Lamorgese, che senz’altro non avrà brillato nella gestione dell’ordine pubblico, erano fumo negli occhi degli elettori. Che si sono fatti accecare e oggi si accorgono che tali fenomeni sono ciclici, dipendono da guerre, da rapporti tra stati dominanti e stati sudditi, da criminalità locale e da miopia politica. Fa bene Giorgia Meloni ad andare in Africa, a cercare partner, a stringere accordi, a promuovere il Piano Mattei; farebbe altrettanto bene a dire: “signori, la situazione è difficile da gestire, ciò che abbiamo promesso un anno fa attualmente è irrealizzabile”. 

Coscienza pulita, dialettica coerente. Senza instrumentum regni da utilizzare quando serve, senza spauracchi buoni a riempire i blocchi dei talk show. Capiamo che è utopia, ma prima o poi toccherà arrivarci, se vogliamo davvero cambiare il modo di vivere la cosa pubblica. 

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