Israele, attentati terroristici e le nuove misure restrittive

Gerusalemme, attentato vicino alla sinagoga il giorno della Memoria (Shoah) in cui si contano provvisoriamente sette morti civili.

Ieri sono stati feriti altri due israeliani, padre e figlio, in maniera grave all’ingresso del sito archeologico della Città di Davide a Gerusalemme Est. L’autore dell’attentato è un palestinese adolescente di 13 anni, fermato dalla polizia e neutralizzato, di nome Alkam Khairi originario di Gerusalemme Est. Non aveva legami con altre cellule terroristiche, per questo si pensa che non sia un vero e proprio colpo terrorista.

Una sparatoria molto più grave rispetto a quella accaduta nel lontano 2008 nel quartiere di Neve Yaakov a Gerusalemme, presso una sinagoga nel giorno della preghiera dello shabbat (sabato ebraico). Persino il premier israeliano Netanyahu l’ha definito il più grave attentato degli ultimi anni, ed ha assicurato che verranno prese le dovute misure e precauzioni per condannare l’accaduto. Il premier ha visitato il luogo dell’attentato per esprimere la sua vicinanza e il rispetto per le vittime di quel giorno.

C’è, però, chi vede questo attentato come una vittoria o un qualcosa da festeggiare. Si tratta del movimento islamico libanese di Hezbollah che ha lodato l’attacco sferrato dall’aggressore. Conseguenza della sparatoria mortale è stato l’aumento delle forze della sicurezza in Cisgiordania, lasciando comunque il numero degli arrestati a 42 persone.

A Jenin, come riportato da Jerusalem Post, la notizia della sparatoria è stata celebrata con i fuochi d’artificio e spari in aria.

Però, il campo profughi di Jenin è stato vittima di un blitz delle forze armate israeliane il 26 gennaio 2023, costando la vita a nove palestinesi. Che si tratti di una vendetta per i morti di Jenin? Sta di fatto che il fronte Gerusalemme – Cisgiordania – Gaza ad oggi sta diventando un altro fronte su cui buttare l’occhio ed essere vigili.

Condanne dell’attentato

Arrivando le condanne da tutto il mondo per l’accaduto, nonché sostegno e solidarietà: a partire dagli USA, tramite il portavoce del dipartimento di stato americano Vedant Patel, che ha precisato tra l’altro che non sono in programma cambiamenti nel viaggio del segretario di stato Antony Blinken in Israele.

Anche l’Italia condanna il vile attentato ed esprime tutto il suo cordoglio e la sua vicinanza allo Stato di Israele ed al suo popolo. Antonio Tajani, Ministro degli Esteri, ha affermato in un suo tweet il suo sgomento di fronte alla notizia dell’attacco alla sinagoga di Gerusalemme durante lo Shabbat.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha detto di essere profondamente preoccupato per le attuali escalation di violenza, in particolare modo di fronte all’astensione dell’autorità palestinese guidata dal presidente Mahmud Abbas nei confronti dell’attacco.

Le nuove misure di Israele

Lo Stato annuncia alcune misure drastiche dopo l’attentato: verranno revocati alcuni diritti  alle “famiglie dei terroristi” palestinesi, verranno deposti i sigilli alle case degli autori dell’attentato a Gerusalemme Est e poi rase al suolo. Sarà cancellato ogni tipo di welfare e beneficio sanitario a tutti coloro che sono coinvolti. Infine, si sta prendendo in considerazione un disegno di legge che revoca le carte d’identità israeliane dei familiari dei terroristi. Queste misure sono ancora da definire, ma è molto probabile che si applichino ai palestinesi con nazionalità israeliana e a quelli con status di residenti nell’annessa Gerusalemme Est. Sarà poi accelerato e agevolato il processo per ottenere i permessi di porto darmi per i cittadini israeliani, così da potersi difendere.

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