Italia, oltre il gas russo

Da quando i rapporti con Mosca si sono inaspriti, l’Europa sta trovando nuove strade per superare la crisi energetica e non rimanere senza rifornimento di gas per il prossimo inverno.

Il problema, però, non è solo trovare altri paesi disposti a fornire il gas ma anche come portarlo nei vari stati membri. Questo può avvenire solo in due modi: o con l’acquisto di gas naturale liquefatto, a un costo maggiore sul mercato globale, o con gasdotti, che garantiscono la sicurezza dell’approvvigionamento a un costo inferiore.

La Russia, a tal proposito, è stata il più grande fornitore di gas europeo, nonostante le varie controversie con l’Ucraina dal 2006 al 2009, seguite poi con la crisi del 2013 – 2014.

Da quel momento, l’UE ha cercato di ridurre la propria dipendenza dal gas russo ma con scarsi successi: dipende ancora per il 40%.

Ad oggi, la situazione risulta ancora difficile da affrontare: i paesi nordafricani (Algeria e Libia) attualmente forniscono gas naturale all’Europa, ma non sono sufficienti. Per questo motivo, Italia e Spagna stanno cercando altre soluzioni per aumentare le loro importazioni dalla Libia e Algeria e vedere come inviarle nel resto d’Europa.

Si guarda con molta attenzione al Trans Adriatic Pipeline (TAP), che permetterebbe di aumentare le importazioni di gas in Europa provenienti dall’Azerbaigian a 10 miliardi di metri cubi all’anno (adesso 8 miliardi).

Questo è un gasdotto che dalla frontiera greco-turca attraversa Grecia e Albania per approdare in Italia, sulla costa adriatica della provincia di Lecce. Il consorzio TAP ha la propria sede centrale a Baar, in Svizzera, e uffici operativi nei paesi attraversati dal gasdotto (Grecia, Albania e Italia). Parte da Kipoi in Grecia, in prossimità della frontiera con la Turchia. È lungo 870 km circa e l’anno scorso ha trasportato più di 8,1 miliardi di metri cubi di gas dall’Azerbaigian all’Europa. Di questo, 6,8 miliardi di metri cubi sono arrivati in Italia; è la fase finale di un progetto da 40 miliardi di dollari chiamato Southern Gas Corridor (o anche detto Baku – Tbilisi – Erzurum) che ha l’obiettivo di aumentare la sicurezza delle forniture verso l’Europa, ridurre la quota di mercato della Russia ed escludere l’Ucraina come transito del gas. Il costo è di circa 45 miliardi di dollari.

Dunque, come si vede dall’immagine sono tutti progetti sotto il nome di Corridoio meridionale, gasdotti che possono fornire la capacità di trasporto necessaria per consegnare 60 – 120 miliardi di metri cubi all’anno di gas, provenienti dal Caspio e dall’Asia centrale, direttamente in Europa. Dal 2017 il corridoio passa attraverso la Georgia, la Turchia, la Grecia, l’Albania e l’Italia ed è composto da tre progetti lunghi 3500 km:

  1. L’estensione del gasdotto di Caucaso meridionale (SCPX) attraverso l’Azerbaigian e la Georgia;
  2. Il gasdotto Trans – Anatolico (TANAP) attraverso la Turchia;
  3. Il gasdotto Trans – Adriatico (TAP) attraverso Grecia, Albania e Italia.

L’Unione Europea ha in trattativa altri progetti che consentiranno di bypassare Russia e Turchia: EastMed, ovvero un gasdotto che collegherà la rete europea ai giacimenti di gas scoperti a Cipro, Israele ed Egitto. I lavori su questa rete dovrebbero completarsi nel 2027, così come su Poseidon, il gasdotto che collegherà EastMed dalla Grecia all’Italia.

Dal 2004 è in funzione Greenstream, lungo 520 km, e che collega la Libia a Gela. È il gasdotto più lungo del Mar Mediterraneo e raggiunge una profondità di quasi 1200 metri. Oltre a questo, è presente anche il Transmed, di 2000 km, che collega l’Algeria all’Italia attraversando la Tunisia fino a Mazara del Vallo in Sicilia.

Per l’Italia l’Algeria è il secondo fornitore di gas dopo la Russia, ma anche la Spagna è fortemente legata a questo Paese. Infatti il 45% del gas spagnolo arriva proprio da quei territori. Il più grande gasdotto del paese è il Maghreb – Europe, il secondo è il gasdotto sottomarino Medgaz, che raggiunge Almeria ed è stato messo in funzione dal 2010.

Una sfida, quella energetica, che chiederà lungimiranza e pianificazione, alla ricerca di un’autonomia mai del tutto realizzata.

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