Italiano medio: la chiamavano Trinità? No, Giorgia

La Premier Giorgia Meloni scende in campo per le Europee con lo slogan “Chiamatemi Giorgia”. Matteo Salvini candida il generale più divisivo del pianeta, tale Roberto Vannacci. Il PD replica vivacemente con magliette anti-Vannacci. Verdi e Sinistra Italiana candidano Ilaria Salis carcerata in Ungheria. That’s the show.

Sgombriamo il campo dalle ideologie. C’è di mezzo la comunicazione e la strategia politica, benchè si legge il folclore del popolo. La politica ha assunto l’aspetto più viscerale. Sempre stato così sotto elezioni. Queste
elezioni poi potrebbero sancire un passaggio epocale con una svolta di centro-destra. Naturalmente ogni popolo ha i rappresentanti che si merita.


Sgombriamo un altro piccolo grande campo. La candidatura di Ilaria Salis è tesa a farla uscire dall’Ungheria. Stop.

La Premier ha tuonato. “Chiamatemi Giorgia”. Ci aveva già abituato alle grida per titoloni dei giornali (schedario del “io sono…”). Mosse comunicative azzeccate per il suo popolo abituato per lo più a un aspetto gerarchico puro. Continua poi nazarenamente con slogan a matrice tipo IO PER VOI, o TRA DI VOI o CON VOI.

A parte la comunicazione, la mossa politica è ancora più astuta. Rispondere al compare di governo Salvini che ha deciso il tutto per tutto con la candidatura di Vannacci, essere il candidato forte della Destra Europea, spingere più possibile i voti verso il centro-destra europeo.

Come? Facile. Sulla scheda troverete Giorgia Meloni detta Giorgia. Similmente il dì fu, immenso, Giacinto Pannella detto Marco (ma il Signor Hood era più galantuomo).

Basta scrivere “GIORGIA”. Il tutto combacia con lo slogan gridato a tutta mandata a Pescara: “Chiamatemi Giorgia”. Sta a voi giudicare se sembra più dittatoriale, evangelico, filmico (sembrava una minaccia alla Liam Neeson), goliardico, surreale, pazzesco, circense o solamente tutto questo fa parte di una strategia. Popolo che hai, strategia che fai.

Ma prima dell’urlo da gladiatore della Meloni, chi se non Salvini poteva accendere il pre-chiusura delle liste elettorali. La Lega candida capolista Vannacci Roberto. Non riesumiamo e riassumiamo le nefandezze e le gioie dell’uomo dell’anno. Il terremoto dentro il partito è arrivato fino alla disconoscenza del Ministro Giorgetti. Vannacci si difende dichiarandosi candidato indipendente. Da una parte ci starebbe la candidatura di un esperto, dall’altra un uomo pubblicamente bruciato che è divisivo ovunque. Ideologicamente è la sfera giusta. Comunicativamente esplode nella pancia degli elettori della Lega. Le urne diranno se a fin di bene o no. E’ un candidato forte mediaticamente, tutto quello che voleva evitare Giorgia Meloni. Un candidato che spacca per la sua estemporaneità, per aver dimostrato inaffidabilità istituzionale, il tutto venendo già a diatribe con il Ministro Crosetto. Ma anche la Lega ha il suo popolo e Vannacci è la strategia forse dello specchio.

Risponde con la solita scelta profonda e sensibilmente ideologica il PD, architettando magliette con Vannacci oscurato. Vannacci risponde indossando la maglietta. In un terremoto possibile chiamato “POSSIBILE FINE DEL SOGNO EUROPEO”, paventato dalla discesa in campo della premier Giorgia Meloni, la risposta è multipla.

La Lega ha anticipato. Calenda scende in campo, disdicendosi a una settimana dal rifiuto della candidatura, tra le ire e le frecciate dei renziani (ma è solo amore, o è Cuffaro, che non c’è in lista, almeno non lui della
famiglia).

MoVimento 5 Stelle

A sinistra azzardano la Salis. Il M5S ha messo la parola “PACE” (scordando &LOVE) nel logo, e anche qui i posteri ci castigheranno.

Il PD affonda con la forza degli argomenti, stampando magliette.

E se fosse una fotografia? C’è uno sceriffo con solo il nome in bella mostra sulla stella carica di santità. C’è dietro il solito bimbo che fa le corna, presente in ogni foto. Gli scolari in riga con la bandierina dell’Italia.

Altri due che si rincorrono per mezza barretta di cioccolato. Bella foto. Un po’ senza arte, né parte. Un po’ così, godereccia. Di quelle foto che vengono scartate perché una bambina della classe era assente. Era stata sospesa perché aveva preso in giro un compagno di classe, quello delle corna, perché se le faceva da solo.

Sono solo bambini in fondo. Italia.

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