La Croazia nell’euro

La Croazia adotterà la doppia circolazione di kuna ed euro a partire da lunedì 5 settembre e, dal 1 gennaio 2023, avrà ufficialmente l’euro come valuta unica nazionale. Era entrata nell’Unione Europea nel 2013, portando il numero degli Stati membri all’attuale 27. Porterà il numero degli Stati facenti parte dell’eurozona a 20.

Si tratta dell’ultimo Paese d’Europa ad essere stato ammesso: in precedenza, c’erano stati il grande allargamento centro-orientale del 2004 (dalla Slovenia all’Estonia) e l’ingresso di Romania e Bulgaria (2007). Si tratta dell’ottavo, tra i 13 Stati entrati dal 2004 (Bulgaria, Cipro, Czechia, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Ungheria), ad adottare l’euro: la Slovenia l’aveva fatto già nel 2007, Cipro e Malta nel 2008, la Slovacchia nel 2009, l’Estonia nel 2011, la Lettonia nel 2014 e la Lituania nel 2015. Rimarranno così fuori dall’eurozona la Danimarca – il Paese che, in questa lista, è da più tempo membro dell’UE e l’unico attualmente esente dal dover, in futuro, adottare la valuta comune –, la Svezia, la Czechia, la Polonia, l’Ungheria, la Bulgaria e la Romania.

Stando ai calcoli che possiamo fare basandoci sui dati dell’Eurostat, la Croazia, nel 2021, ha costituito lo 0,37% del PIL dell’UE – che è più di Estonia, Lettonia, Lituania (di poco) e Slovenia, meno di Lussemburgo, Slovacchia e Bulgaria. Stando ai dati della BCE, a dicembre 2021 erano oltre 28 miliardi le banconote euro in circolazione – delle quali il 46,43% (ovvero la maggior parte) sono da 50 euro –, mentre le monete erano oltre 140 miliardi – delle quali il 26,95% (ovvero la maggior parte) sono da 1 centesimo. Sarà interessante vedere quanto impatterà la Croazia.

A decorare tutte le monete croate sarà presente, come potete vedere dall’immagine, il tipico motivo a scacchi bianchi e rossi che compare sull’ormai celebre stemma nazionale.

Le monete da 1, 2 e 5 centesimi saranno dedicate al glagolitico, l’antico alfabeto slavo inventato dai missionari Cirillo e Metodio e adottato dai Croati, che lo preferirono al cirillico dei loro vicini. Ciò costituisce un unicum tra le monete ordinarie degli Stati membri e non.

Le monete da 10, 20 e 50 centesimi saranno dedicate a Nikola Tesla, il quale era nato a Smiljan, nell’attuale regione croata della Lika e di Segna, nel 1856 e le cui invenzioni più significative sono sicuramente quelle della corrente alternata e del motore ad induzione, che hanno reso possibile la trasmissione e la distribuzione universale dell’elettricità (Quel Genio di Tesla, Gieffe – IW20AP, libri Sandit, 2011, pag.1-2). Il suo cognome è stato scelto per l’unità di misura della densità del flusso magnetico nel 1960 (Tesla – Lo scienziato contro, E.Segato, Hoepli, 2015,pag.16).

Tesla si unisce a Mozart e al premio Nobel per la Pace Bertha von Suttner (sulle monete da 1 e 2 euro dell’Austria), a Rigas Feraios, Giovanni Capodistria e Eleutherios Venizelos (sulle monete da 10, 20 e 50 cent della Grecia), a Marco Aurelio e a Dante (sulle monete da 50 cent e 2 euro italiane), al letterato Primož Trubar e al poeta France Prešeren (sugli 1 e 2 euro sloveni dal 2007), a Miguel de Cervantes (10, 20, 50 cents spagnoli) e – passando agli Stati extra-UE aventi comunque il proprio euro – a San Marino (sulla moneta da 20 cent sammarinese dal 2002 al 2016, poi su quelle da 50 cent e 2 euro) nella lista dei personaggi storici defunti riportati sulle monete ordinarie dell’UE e l’autore dell’articolo – che è laureato in ingegneria elettronica – non vede l’ora di riceverlo come resto in una qualche situazione inaspettata: del resto, non c’era qualcosa di magico nel ricevere, da bambini, resti “insoliti” eppure, grazie all’UE, anch’essi nostri?

Sulla moneta da 1 euro sarà raffigurata una martora, il cui nome croato, “kuna”, è anche quello dell’attuale valuta nazionale. Questo perché, pare, le pellicce di questo animale hanno costituito per secoli una sorta di moneta di scambio.

La “kuna” si unisce al muflone (sui “bronzini” di Cipro dal 2008), al leone araldico e ai cigni (rispettivamente, sui centesimi il primo e sulla moneta da 1 euro della Finlandia i secondi), alla ben nota aquila federale tedesca (avete mai fatto caso alla lettera che si trova sotto la sua zampa sinistra?), alla civetta di Atena e al toro impersonato da Zeus nel ratto di Europa (1 e 2 euro greci), il leone rampante e il grifone dello stemma di Lettonia (tema unico di tutti i loro centesimi dal 2014), al cavallo del cavalleresco stemma di Lituania (tema unico di tutte le monete dal 2015), alla cicogna e ai lipizzani (sui 20 e l’1 cent della limitrofa Slovenia dal 2007) e – passando agli Stati extra-UE aventi comunque il proprio euro – al camoscio dei Pirenei (sui bronzini di Andorra dal 2014) e al cavallo del cavalleresco sigillo del Principato di Monaco (sui 10, 20 e 50 cents monegaschi dal 2001 al 2005) nella lista degli animali riportati sulle monete ordinarie.

Sulla moneta da 2 euro sarà raffigurata la mappa del Paese. Questa stessa scelta era stata già fatta anche dall’Estonia (2011), che ha riprodotto la mappa del Paese su tutte le proprie monete, e, in forma stilizzata, dalla Francia, la quale, dal 1999 – e anche sulle nuove ordinarie –, sulle monete da 1 e 2 euro riporta anche il celebre Hexagone.

Curiosamente, nel 2023 potremmo forse avere anche il cosiddetto “euro digitale”, a proposito del quale potete consultare gli accenni in uno dei miei articoli precedenti o andare su: https://www.ecb.europa.eu/press/pr/date/2021/html/ecb.pr210714~d99198ea23.en.html.

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