La politica monetaria in tempi di guerra

L’economia mondiale ha conosciuto un periodo di politiche monetarie espansive senza precedenti per lunghezza, intensità e strumenti usati. La “stagione” espansiva tra aumento di bilancio delle banche centrali, tassi accomodanti e piani di acquisti massicci, è iniziata con la crisi dei mutui subprime, si è accentuata prima con la crisi dei debiti sovrani e poi con la pandemia nel 2020.

Ma la situazione non può durare così per sempre e va normalizzata.

L’inflazione, il primo “effetto collaterale” delle politiche espansive, ha toccato tassi annuali del 7.9% negli Stati Uniti e del 7.5% in Ue ed è ormai insostenibile.

  • La prima domanda da farsi è: Come siamo arrivati a livelli del genere?

La situazione è stata presa sotto gamba. Jerome Powell, il governatore della Federal Reserve ( l’equivalente americana della bce ) nell’ estate 2021 analizzava così l’economia: la recessione è stata profonda ma molto breve, la ripresa è veloce, la dinamica dei prezzi deriva da strozzature di offerta, è quindi prioritario badare all’occupazione tanto l’inflazione per sua natura sarà temporanea. 

Questa analisi portava Powell a concludere che la politica monetaria doveva continuare ad essere espansiva, tollerando per qualche tempo un’inflazione che salisse oltre il 2%. 

L’analisi era sbagliata. Già allora era chiaro che l’inflazione era da surriscaldamento della domanda aggregata, il mercato del lavoro era teso e i salari erano in aumento. Questi segnali sono stati tutti ignorati. 

Non è la prima volta che quando un banchiere centrale deve valutare che un evento sgradevole si materializza, cerca di sottovalutare il fenomeno. La Fed insomma ha sbagliato e ha portato in errore anche le altre banche centrali.

Gli anni ‘70 ci hanno insegnato che quando la spinta inflazionistica è dal lato dell’offerta, non c’è da stare fermi per la politica monetaria e bisogna agire soprattutto sulle aspettative. E’ la situazione più difficile. Perché gli shock dal lato offerta spingono in alto i prezzi ma fanno anche rallentare l’economia. Pongono le banche centrali di fronte a un dilemma: combattere l’inflazione o sostenere la crescita?

Di fronte ai “dilemmi” la teoria economica serve ad indicare la direzione: bisogna prendere impegni per il futuro. La banca centrale deve segnalare non solo che cosa farà oggi, ma anche domani e dopodomani perché la sfida cruciale è controllare le aspettative di inflazione.

  • La seconda domanda è: Come cambiare la rotta?

Come rallentare la circolazione di moneta senza rallentare troppo l’economia specie considerando le varianti dietro l’angolo e la guerra in corso? Powell ha cercato di rispondere nella conferenza di ieri.

La Federal Reserve ha alzato come da aspettative di 0.50 punti i tassi, ma non ha dato indicazioni estremamente precise sui prossimi rialzi se non che si escludono rialzi da 0.75 o superiori.

«È una situazione troppo difficile per dare una forward guidance 60-90 giorni in anticipo, ci sono troppe cose che possono accadere nell’economia e nel mondo», ha detto Powell.

 Ripristinare l’equilibrio «ci darebbe la possibilità di avere salari più bassi e ridurre l’inflazione senza dover rallentare l’economia, subire una recessione e un aumento notevole della disoccupazione», ha detto.

Anche la Lagarde, governatrice della banca centrale europea, sembra sulla stessa linea. Nella conferenza del 14/04/22 dichiarava che “In futuro, la nostra politica monetaria dipenderà dai nuovi dati e dall’evolversi della nostra valutazione delle prospettive. Nelle attuali condizioni caratterizzate da elevata incertezza, manterremo gradualità, flessibilità e apertura alle opzioni nella conduzione della politica monetaria.”

Riassumendo, le politiche estremamente espansive hanno generato effetti collaterali che hanno sorpreso, almeno ufficialmente, le banche centrali. Rimodulare l’’obiettivo inflazionistico a medio termine è stata la prima risposta, ridurre le politiche espansive è stata la seconda. La crisi ucraina ha esacerbato la sfida ma la stretta monetaria non sarà frenata ma al massimo rimodulata a seconda degli sviluppi geopolitici.

https://www.ecb.europa.eu/press/pressconf/shared/pdf/ecb.ds220414~2d6ffb3a83.it.pdf

https://www.federalreserve.gov/mediacenter/files/FOMCpresconf20220504.pdf

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