La tormentata esistenza di Lizzie Siddal, icona del movimento preraffaellita

Elizabeth Siddal è riuscita a personificare l’ideale di emancipazione femminile durante la rigida e rigorosa età vittoriana (1837-1901), però, ciò non ha impedito che la sua vita si tramutasse in una triste tragedia shakespeariana.

Elizabeth, detta Lizzie, nasce nel 1829 in una famiglia londinese molto povera. È la terza di otto figli e non ha grandi possibilità d’istruzione. Ben presto, comincia a lavorare in una sartoria, anche se le sue vere passioni sono l’arte e il disegno, a cui si dedica nel tempo libero.

Le sua ambizione di diventare un’artista passa attraverso il mestiere di modella, infatti, posa per un importante pittore dell’epoca, Walter Deverell, che la immortala ne “La dodicesima notte”, dipinto ispirato all’omonima opera di Shakespeare.

Deverell è un componente della Fratellanza dei Preraffaelliti, una società segreta composta da sette giovani artisti e scrittori che vogliono sfidare le convenzioni sociali coeve. I membri della confraternita, per accendere il dibattito pubblico, scelgono soggetti fuori dagli schemi; si interessano alle disuguaglianze sociali, alla concezione della donna nella comunità e  all’obbligo dell’istruzione giovanile.

In particolar modo, nelle opere, la rappresentazione femminile subisce un brusco ripensamento rispetto alla tradizione. A influenzarli, sono le contemporanee lotte di liberazione femminista. Le donne sono rappresentate in atteggiamenti più disinvolti, in abiti morbidi e seducenti: vengono abbandonati i corsetti e le gonne a cerchio. Infatti, le donne volevano, ormai, vestire con maggior comodità per poter partecipare a tutte quelle attività fino a quel momento riservate agli uomini (la caccia, lo sport, il lavoro).

Ma a mutare è anche il modello estetico femminile. É proprio Elizabeth Siddall, con la sua carnagione diafana, i capelli color rame e un fisico longilineo, quasi privo di forme, a rivoluzionare il concetto di femminilità dell’epoca. La sua bellezza celtico-medievale corrisponde alla ricercatezza preraffaellita di un mondo passato, classico, biblico ma anche fiabesco.

Lizzie ricorda tanto una ninfa quanto la Beatrice dantesca e, proprio in questo modo, deve vederla Gabriel Charles Dante Rossetti, fondatore del movimento dei Preraffaelliti e innamorato del genio di Dante Alighieri.

Charles e Lizzie vivono una tormentata storia d’amore; a separarli sono i tradimenti di lui e le differenze sociali tra i due. Infatti, la benestante famiglia Rossetti non vuole che il figlio sposi una donna di ceto inferiore. Pertanto, Charles si decide a chiederle la mano solamente quando Elizabeth, a causa della sua dipendenza dal laudano —-  micidiale miscela di oppio e alcool —

 è ormai ridotta a uno stato disperato.

La dipendenza della donna è una conseguenza della realizzazione di “Ofelia” (1851-1852), tra i più celebri (se non il più celebre) quadro preraffaellita.

John Everett Millais, autore dell’opera, vuole rappresentare la morte di Ofelia, personaggio dell’ Amleto di Shakespeare, il quale decide di togliersi la vita lasciandosi annegare in un fiume, perché rifiutata dall’amato. Millais chiede a Lizzie di immergersi in una vasca colma d’acqua, circondata e riscaldata da candele. Quando, però, le candele si spengono, la ragazza rimane stoicamente immobile nell’acqua gelida, ammalandosi gravemente e diventando, da quel momento, dipendente dagli antidolorifici.

Nonostante queste difficoltà e grazie agli insegnamenti di Charles, Lizzie diventa una pittrice apprezzata, tanto che John Ruskin, un importante critico d’arte britannico, si interessa alla sua arte e le offre uno stipendio annuo di 150 £.

Lizzie è l’unica donna a esporre le sue opere all’Esposizione Preraffaellita di Londra, dove uno dei suoi dipinti, Clerk Saunders (1857), è acquistato da un influente collezionista statunitense, Charles Eliot Norton.

Malgrado i notevoli traguardi raggiunti, Lizzie si toglie la vita a soli 32 anni, ingerendo un’intera bottiglietta di laudano. Oltre alla tossicodipendenza, a concorrere al suo stato depressivo, ci sono i vari aborti subiti negli anni, i quali lasciano in lei una profonda cicatrice spirituale.

Si può, a ragione, affermare che Elizabeth Siddal sia stata l’emblema del movimento preraffaellita, il quale è stato influenzato dalla sua fragile e incantevole immagine ma, sopratutto, dalla sua preziosa produzione artistica, comprendente non solo opere pittoriche ma anche suggestive poesie:

Oscuri fantasmi di un male sconosciuto

fluttuano nel mio cervello stanco;

le amorfe visioni della mia vita

scorrono oltre in processione spettrale;

alcune si fermano a toccarmi la guancia,

altre disperdono lacrime in pioggia.

( A year and a Day)

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