L’Italia alla prova generazionale

Negazionisti, fascisti, liberali e comunisti. Potrebbero essere categorie vuote davanti al virus. Per prima cosa sono persone. Censire un soggetto da un post, da una battuta, un’idea o qualsivoglia mezzo di comunicazione, è quanto di più sbagliato ci sia al mondo.

C’è da tempo in atto un attacco generazionale che in questi anni è stato silente e immobile, ma che oggi vuole prendersi la scena. Non c’è alcun pericolo di fascismo come qualcuno ha evocato, né di black block.
Le violenze sono sempre da condannare.

Il problema e il fulcro di esso è generazionale. L’Italia è un paese vecchio, pensato da vecchi, per vecchi. Non è un paese per giovani e i giovani sono messi in difficoltà da continui attacchi alla propria generazione. Con il Covid-19 questa cosa si è accentuata ancora di più.

I dati dimostrano come l’età media delle vittime di Covid sia 80 anni e che l’incidenza del virus è maggiore dai 60 anni in su, perché allora bloccare un paese? Bloccare i giovani? Bloccare i loro modi di vivere e inibirli dal vivere stesso?

I giovani sono stanchi di essere additati come zavorra di questo paese. Come fannulloni. Come persone che non contribuiscono alla crescita della nostra Nazione, non avendone mai avuto l’opportunità. I giovani vogliono essere protagonisti e quale miglior occasione di questa per lanciare il grido di vendetta di un’intera generazione? Questo.

Dare la possibilità ai giovani di entrare nel mondo del lavoro. Lasciare la libertà di esprimersi al meglio, con i mezzi infiniti che abbiamo a disposizione. Con lo smart working, il delivery, le startup e tutte queste parolacce che uno statale di 60 anni fino a 8 mesi fa nemmeno conosceva. Siamo davanti ad un bivio, lasciar sprigionare il talento dei giovani oppure seppellire questo paese con gli over 60 che sono certamente la maggioranza elettorale di questo paese, ma non sono eterni. Anzi, questo dimostra come l’Italia sia schiava di consenso. Questo è il tema centrale, ma finché si ridurrà tutto alla categorizzazione ideologica, non si riuscirà mai a fare quel balzo in avanti necessario al nostro paese.

I giovani chiedono di essere il presente, perché il futuro è più incerto che mai. Grazie a voi.

1 commento

  1. Fate come in Svizzera che se hai più di 60 anni e ti ammali non ti ricoverano negli ospedali e se muori nessuno se ne preoccupa.Cosi potrete dedicarvi ad una società giovane piena di belle speranze che fa a meno dell’esperienza dei vecchi e si preoccupa poco del futuro vivendo il presente cogliendone gli aspetti piacevoli e divertenti.I vecchi sono noiosi,borbottoni e lamentosi e,soprattutto,non cedono il passo è occupano posti di prestigio chiedendo ai giovani una preparazione vecchia e stantia.al massimo possono usare un telefonino Brondi con i tasti ben visibili e l’amplificatore delle voci che,mezzi sordi,altrimenti non comprendono.

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