L’ultima mossa di Draghi alla BCE

A Francoforte il penultimo consiglio direttivo presieduto da Mario Draghi: misure in campo per stimolare l’economia europea. Berlino e Parigi contrari.

Il 1 novembre finirà il mandato di Mario Draghi come Presidente della Banca Centrale Europea. Ma non finirà la sua linea politica. Il suo successore, l’avvocato francese Christine Lagarde, molto probabilmente porterà avanti il percorso iniziato dall’economista italiano.

In data 12/09/2019, a Francoforte si è tenuto il penultimo consiglio direttivo presieduto dal Presidente Draghi dando inizio ad un nuovo processo di Quantitative Easing. Inoltre, Draghi ha deciso di adottare un’altra misura: l’abbassamento dei tassi sui depositi alla Banca Centrale Europea, dal precedente -0,40% al -0,50%. Misura che sarà in vigore fino a quando il tasso d’inflazione stimato dalla BCE non sarà ad un livello poco al di sotto del 2%, così come da suo obiettivo primario.

Cos’è il Quantitative Easing?

Il Quantative Easing consiste nello stampare moneta per utilizzarla nell’acquisto di titoli di Stato per supportare la crescita dei paesi membri dell’Unione, in particolare di quelli in difficoltà. Questa modalità, già utilizzata in passato dallo stesso Draghi, inizia comprando prima i titoli di Stato a breve scadenza, per passare a quelli di media o lunga scadenza nel caso in cui non si riescano a raggiungere gli obbiettivi prefissati.

Inoltre, Draghi ha anche modificato la Foward Guidance rendendola molto più elastica. La Foward Guidance è un insieme di norme attraverso cui una banca centrale governa la politica monetaria. Quindi la BCE lascerà più libertà economica agli Stati.

Draghi in conferenza stampa ha spiegato che le decisioni assunte sono dovute: alla persistente debolezza dell’economia europea, alle continue incertezze derivante dalla guerra commerciale Usa-Cina, e all’inflazione debole ben al di sotto dell’obiettivo. Difficoltà che emergono dalle nuove stime diffuse da Francoforte: la Bce ha rivisto al ribasso il Pil dell’Eurozona per quest’anno dall′1,2% all′1,1% e per il 2020 dall′1,4% all′1,2%. Per quanto riguarda l’inflazione, questa dovrebbe attestarsi quest’anno all′1,2% dall′1,3% e all′1% dall′1,4% nel 2020. Tagliate le previsioni sull’inflazione anche nel 2021 all′1,5% dall′1,6% stimato a giugno.

Il mini-ritocco non ha però evitato l’arrabbiatura di Donald Trump che, twittando, ha attaccato Jerome Powell presidente della Fed: “La banca centrale europea, agendo rapidamente, taglia i tassi di 10 punti base. Stanno tentando, e con successo, di svalutare l’euro contro il dollaro molto forte, danneggiando l’export Usa. E la Fed sta seduta, seduta e seduta. Loro sono pagati per prestare denaro, mentre noi stiamo pagando gli interessi”. Draghi ha ribadito che l’obiettivo della BCE è la stabilità dei prezzi e non la manipolazione del tasso di cambio.

Strategie economiche che non sono piaciute al Governatore della Bundesbank Jens Weidmann e a François Villeroy de Galhau, Governatore della Banca di Francia. Ai loro “no” sono seguiti anche due membri del Board, la tedesca Sabine Lautenschläger e il francese Benoît Cœuré, e poi i governatori di Olanda, Austria ed Estonia. Mai una decisione così importante di politica monetaria è stata assunta al costo di una lacerazione così profonda nel Consiglio direttivo di Francoforte. Germania, Francia e Olanda rappresentano insieme la metà dell’Eurozona per Pil e popolazione. I loro No pesano come un macigno sulla effettiva durata delle nuove misure di politica monetaria annunciate dal Presidente Draghi.

Le probabilità di una “recessione”, ha quindi concluso Draghi, sono limitate ma nell’ultimo periodo sono “in aumento”. Proprio la Germania è diventata negli ultimi mesi incapace di reagire agli effetti nefasti della guerra commerciale tra Usa e Cina proprio perché inchiodata a un modello economico basato sull’export.

Il nuovo Qe è un lascito anche politico di Draghi al suo successore: Lagarde si troverà con una rotta tracciata, una Bce in trincea ma al suo interno spaccata come mai prima. Draghi lascia a Lagarde una Bce mai così divisa: una spaccatura nel Direttivo senza precedenti.

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