“Occhio a come lo dici”, alcuni esempi dell’influenza della comunicazione nell‘attività politica

Nelle ultime settimane, ma è un processo che coinvolge l’attività politica da anni, sono state mosse diverse critiche ad alcuni esponenti politici e personaggi pubblici, per dichiarazioni definite dagli organi di informazione e chiaramente dalle forze politiche avversarie “poco felici”.

L’ultimo a cadere nella trappola è stato il Presidente del Senato, Ignazio La Russa. Una dichiarazione che, come spesso accade quando un avversario allenta l’attenzione, ha permesso l’esplosione social e sociale delle forze di opposizione. Ne è seguito un grido all’unisono di scandalo e di commenti negativi che hanno permesso di incentrare l’hype comunicativo-politico su una citazione di qualche secondo nel corso di una diretta radio. Questo a dimostrazione di quanto, oggi, lo stress test della comunicazione politica influisca nell’attività quotidiana di ogni esponente nel mondo delle istituzioni.

Non mancano i fatti di personaggi pubblici: è il caso di Carlo De Benedetti, da sempre critico nei confronti dell’area di Centrodestra del Paese che nel corso di un evento del “Domani” alla presenza della neo Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha asserito che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni possa “mostrare demenza” in certi contesti internazionali. Oltre alle parole del personaggio pubblico in questione, ciò che ha scosso le forze di maggioranza è stata la mancata reazione della Schlein. Probabilmente il Bignami politico avrebbe indicato un approccio comunicativo differente ed anche una mancata reazione, in buona fede, non salva il personaggio politico dall’occhio della critica e della legittima opposizione. 

Il fenomeno va avanti da diversi anni e, metaforicamente parlando, miete vittime da destra a sinistra. Il premio come più grande flop comunicativo della storia politica moderna appartiene con ogni probabilità a Matteo Renzi, con la promessa di ritiro dal mondo politico in caso di sconfitta del “Si” al referendum costituzionale proposto dal suo governo nel 2016.

Ciò che, evidentemente, balza gli ordini di cronaca è la grande gaffe, che sia errore grammaticale, di valutazione o altro. La comunicazione dimostra la sua vera importanza quotidianamente, dai metodi di divulgare una proposta o finanche da come fare opposizione. Le campagne elettorali, momento emblematico dell’attività dei politici, si fondano su principi comunicativi messi in azione durante mandati precedenti e nel corso degli anni che anticipano le tornate elettorali.

Sarebbe arduo elencare e commentare tutte le gaffe e gli errori grossolani da estrapolare dalle dichiarazioni dei personaggi politici, però è possibile un’analisi concreta dell’utilità che oggi ricoprono le figure preposte allo studio di tale fenomeno.

Pertanto i successi elettorali portano anche il nome di strateghi e guru della comunicazione. Dalla “Bestia” di Salvini al movimento popolare/digitale dei 5 Stelle, sono solo alcuni dei momenti più significativi di uno stravolgimento di divulgazione che la classe politica ha adottato nel corso degli ultimi anni. I processi moderni, la continua evoluzione e lo stravolgimento dei canoni comunicativi impongono però un costante aggiornamento e la necessità di cambiamento. Il merito è quello di aver stravolto sistemi ancorati al passato, il rischio è esserne le prime vittime. 

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