Perché il Ministero del Turismo è già rivoluzione?

Di certo nessuno se lo aspettava ma con una sola mossa Draghi ha già restituito un tenore di dignità ad un settore martoriato come il Turismo, assegnando al neo-Ministero (altra rivoluzione) un politico d’eccellenza come il senatore Massimo Garavaglia.

Secondo il Sole 24 Ore: “per lo scorporo del Turismo dal dicastero della Cultura, servirà una legge ad hoc, molto probabilmente nella forma di un decreto (e di portafoglio per il momento il ministro Garavaglia non è dotato). Per questo comparto l’acquisizione di una dimensione istituzionale a sé segna l’ennesima tappa di un percorso che lo ha visto cambiare interlocutore in più di un’occasione.”

Tramite questa legge ad hoc, come scrive anche il sito ufficiale del MIBAC, il Ministero del turismo otterrà anche il portafoglio.

Come disse Tremonti a suo tempo: “nel 2016 il Sistema Produttivo Culturale e Creativo in Italia ha sfiorato i 90 miliardi di euro, ovvero il 6% del PIL e occupato circa di 1,5 milioni di persone”. Nel 2020 ha generato il 13% del Pil italiano, ed era uno dei settori economici più vitali nel periodo precedente a quello della crisi geo-pandemica.

Essere indifferenti nei confronti di un settore così vincolante e produttivo per l’Italia non è di certo una mossa saggia, e questo Draghi l’ha ben compreso.

Difatti ha nominato Garavaglia, politico d’esperienza già viceministro dell’economia nel Governo Conte I. Un uomo del Fare con un excursus nell’amministrazione pubblica: dall’esperienza di Sindaco a quella di assessore in Regione Lombardia, poi l’elezione alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica.

Il settore del Turismo ha davanti a se molte sfide legate al mondo dell’innovazione – tra tutte il calcolo performante delle presenze/arrivi sul territorio italiano – e al mondo dell’economia, per poter far riaffiorare quel substrato di indotto sommerso del turismo non ancora ben calcolato.

Altre sfide riguardano poi le nuove generazioni che si immettono nel settore turistico senza trovare una collocazione specifica poiché quest’ultimo è troppo vasto e ancora non ben inserito nell’amministrazione pubblica. Un esempio: i laureati in Scienze del Turismo, precisamente (L 15 e LM 49) non possono partecipare ai concorsi pubblici generici.

Il Turismo è un settore “tentacolare” che porta indotto economico, proprio lì dove esso tocca altri tipo di settori: dalla ristorazione e albergazione, ai musei e ai trasporti pubblici, fino ad arrivare ai luoghi di intrattenimento.

Un Ministero del turismo può sicuramente imporsi di più sulla tavola del Consiglio dei Ministri su questi ed altri temi, garantendo uno sviluppo nel settore che può solo portare un giovamento all’Italia intera.

La crisi del COVID-19 ha ridotto in fumo il settore turistico, costringendo ad attività di famiglia di chiudere i battenti, svendere e licenziare i lavoratori: infatti per Confesercenti, sulla base del sondaggio SWG, la stima è di circa 90 mila imprese fallite fra negozi, B&B e bar.

Ma dalle ceneri, qualche volta e con un po’ di sforzo, nascono le fenici. Che altro dire se non: buon lavoro!

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