«Per pirateria audiovisiva si intende qualsiasi attività di riproduzione, duplicazione e distribuzione non autorizzata di prodotti audiovisivi tutelati dal diritto d’autore». Questa la definizione presente sul sito della Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali che, contemporaneamente, fornisce una categorizzazione di questo illecito. Vi può, difatti, essere la pirateria tramite internet; la pirateria delle videoteche; la pirateria televisiva; la pirateria attraverso public performance.
Il 9 luglio 2020, attraverso un webinar trasmesso sul canale social di FAPAV, è stato trasmesso il nuovo ciclo di studi relativo al consumo illecito dei contenuti e le relative ricadute economiche ed occupazionali. La ricerca è stata presentata dal Segretario Generale di FAPAV, Federico Bagnoli Rossi, come «un’occasione importante per continuare ad approfondire tutti gli aspetti del fenomeno e per riflettere sulle migliori strategie da porre in essere per il suo contrasto».
«Durante il periodo di quarantena FAPAV non si è mai fermata; 236 siti sono stati bloccati da AGCOM grazie alla nostra istanza e contemporaneamente vi sono state 3 grandi operazioni della Guardia di Finanza per fermare l’illecito dell’IPTV». Questo l’intervento del sopracitato Segretario Generale di FAPAV.
Successivamente è intervenuto Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Italia, che ha mostrato gli allarmanti dati legati alla pirateria nel 2019.
«La stima del danno economico per l’intero Paese è di oltre un miliardo di euro che tradotto in PIL ammonta a 449 milioni; la perdita occupazionale è stata di 5900 posti». I numeri diventano «inquietanti» nel momento in cui vengono mostrati quelli relativi al periodo di lockdown del mese di maggio 2020. Il numero di pirati è salito dal 37% al 40% e gli atti di pirateria da 69 milioni del bimestre medio del 2019 ai 243 milioni di atti di pirateria nel maggio 2020. Vi è stato un 10% di nuovi pirati. Il Dott. Pagnoncelli termina il suo intervento spiegando come «gli interventi delle autorità devono essere aggiornati affinché contenghano e fermino un fenomeno di questa portata, un fenomeno che ha un effetto sull’intera filiera audiovisiva ».
«La facilità con cui si fruisce di contenuti illeciti, rende la percezione che non sia perseguibile come reato», questo il messaggio chiaro di Vito Crimi, Viceministro dell’Interno che spiega come ciò che deve cambiare è questa stessa percezione che non essendoci «un corpo fisico del reato, come tempo fa con il DVD», non si ha l’idea dell’illecito. Come ricorda Luigi De Siervo, AD Lega Calcio Serie A, riprendendo le parole del Dott. Crimi «bisogna ricordarsi che dietro al semplice click, c’è la criminalità organizzata».