Presidenziali in Nigeria: tra instabilità e scontri

Tra febbraio e marzo 2023, la Nigeria andrà ai voti per eleggere il nuovo presidente. Tra i candidati vi sarà Atiku Abubakar, del People’s democratic party (PDP) e L’ex governatore dello Stato di Lagos, Bola Tinubu, il quale ha vinto le elezioni primarie del Congresso di tutti i progressisti (Apc), il partito al potere in Nigeria. Entrambe queste personalità, in passato, sono state accusate di corruzione.

Lo scenario di questo enorme paese, che conta 210 milioni di abitanti, non è affatto roseo. La situazione politica è sempre stata molto incerta e tribolata. Oltre al fattore economico, a far tremare il paese è la presenza del sanguinoso gruppo jihadista Boko Haram.

Cenni storici

La Nigeria ha origini antichissime. I primi insediamenti sono datati intorno IV-V secolo d.C. ma da questi, nel tempo, sono nate numerose altre città-stato e regni. Sul territorio erano presenti tre etnie dominanti: gli Haussa, gli Yoruba e gli Ibo. Queste popolazioni si stabilirono rispettivamente nelle regioni settentrionali, sud occidentali e sud-orientali del paese.

La Nigeria allacciò rapporti commerciali con i portoghesi e gli inglesi intorno al XV-XVI. Nel 1914 fu colonizzata dalla Gran Bretagna, la quale unificò il paese sotto un’unica amministrazione. Un grave problema era, però, il conflitto interno tra le etnie, soprattutto tra gli Haussa (a maggioranza musulmana) e gli Ibo (a maggioranza cristiana). 

Nel 1954 il paese divenne un governo federale, per poi ottenere, nel 1960, l’indipendenza. È da questo momento che inizia la storia più recente del paese, segnata da conflitti e colpi di stato. Il 15 gennaio 1966, la Nigeria fu scossa da un primo golpe organizzato dal generale Ironsi, appartenente all’etnia Ibo, il quale prese il potere. Furono adottate una serie di misure contro le altre etnie. Ad esempio, gli ibo residenti nel nord divennero oggetto di dure persecuzioni. 

Il 29 giugno dello stesso anno, il generale Ironsi fu assassinato e la guida del nuovo governo militare fu assunta dal generale Yakubu Gowon, dell’etnia Haussa. Nel maggio 1967, Gowon attuò una nuova riforma amministrativa, istituendo dodici nuovi stati. In questo clima, il colonnello Ojukwu decise di dichiarare l’indipendenza della regione orientale, la quale  divenne repubblica del Biafra.

Da questo momento iniziò e perdurò fino al 1970, una guerra civile fra gli Ibo del Biafra e gli Haussa a nord. Questo conflitto vide la partecipazione – dettata da forti interessi economici – di paesi occidentali quali la Gran Bretagna, l’Unione Sovietica, gli Stati Uniti e la Francia. Alla fine di questo tragico conflitto, nella quale persero la vita circa un milione e mezzo di persone, i Biafra vennero sconfitti.

Negli anni il paese subì ulteriori colpi di stato e si successero vari presidenti, la cui amministrazione fu spesso instabile, fraudolenta e allineata ad una dittatura militare. Nel 1999, Abdusalami Abubakar riportò il Paese ad un governo civile.

L’attualità

Recentemente, il presidente Muhammadu Buhari ha promesso che le elezioni presidenziali del prossimo anno saranno “libere” e “sicure”:”Come governo, stiamo lavorando duramente per contenere e affrontare queste sfide e garantire che le elezioni generali del 2023 siano sicure”, ha affermato Buhari in diretta televisiva.

Certo, sono parole che cercano di rassicurare la popolazione ma la situazione è molto più critica. Da anni è insediato nel paese un pericoloso gruppo terroristico, Boko Haram. Dal 2009, Boko Haram terrorizza il paese attraverso attentati, uccisioni di massa e rapimenti. Nel 2014, organizzò un sequestro di massa di oltre 200 studentesse in una scuola della città di Chibok. Questo fatto scosse molto il mondo dei media e dette via alla campagna #BringBackOurGirls.

Altro problema è la crisi economica. L’indebolimento, causato dalla pandemia e la guerra in Ucraina, ha alzato vertiginosamente i prezzi di carburante e generi alimentari.

I candidati in corsa per la presidenza, Atiku e Tinubu, sono già da anni presenti nel mondo della politica nigeriana e sono stati coinvolti in varie illiceità. L’attivista Deji Adeyanju ha dichiarato al Daily Post che entrambi i politici non dovrebbero candidarsi:“Dovrebbe essere naturale e non dovrebbero nemmeno concorrere, ma eccoci qui. Se lo guardi in modo critico, in questo paese, non puoi mai dire mai”. Inoltre, ha affermato che: “A un certo punto, Buhari ha detto che non avrebbe mai più concorso alla presidenza, ma ora sta quasi completando il suo mandato di otto anni. È solo una triste realtà della Nigeria, ed è solo Dio che ci aiuterà“.

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