Primarie PD: parla Arianna Furi, fondatrice dei Millenials

Arianna Furi, fondatrice dei Millenials, membro della direzione nazionale del PD a soli 20 anni. Arianna è una ragazza giovanissima che da qualche anno è protagonista e uno dei fari giovanili nello schieramento dei Dem. Le abbiamo fatto qualche domanda sul tema più caldo che riguarda il presente ma soprattutto il futuro del PD stesso.

È di dominio pubblico il tuo appoggio, per queste primarie, a Giachetti. Perché?

Appoggio la mozione Giachetti-Ascani perché in questo congresso (purtroppo) abbastanza spento sono gli unici che ci mettono entusiasmo e passione. Durante le nostre riunioni, durante le nostre iniziative le persone sorridono, perché si parla di futuro, di progetti. Mai una parola rancorosa nei confronti di qualcuno, mai una parola contro chi ha guidato i precedenti governi (quelli a guida Pd) permettendo al nostro Paese di non fare la fine della Grecia. Noi parliamo di futuro. Rivendichiamo con orgoglio quanto fatto dal Governo Renzi e pensiamo che il problema sia che non siamo riusciti a fare tutto quello che volevamo fare. Sta qui il senso del nostro slogan #SempreAvanti.

A prescindere dal risultato delle primarie cosa ti aspetti dal PD del futuro?

Mi aspetto un Pd serio. Un Pd che senta la responsabilità di dover garantire una sinistra nel nostro Paese. Un Partito che accetti e rispetti il suo segretario. Non voglio più vedere le scene a cui ho assistito nel 2017 quando Renzi dopo aver vinto col 70% veniva accusato di non essere un Segretario legittimato. Voglio un Pd che rispetti le decisioni prese nei suoi organi decisionali (direzione, assemblea) e che non voti a maggioranza qualcosa per poi scendere le scale del Nazareno e rinnegare tutto alla prima intervista. Voglio un Pd che si mostri unito, sulla stessa linea. Che discuta nelle sedi opportune, ma che esca fuori compatto. L’unità deve essere il punto da cui ripartire, altrimenti è la fine.

Cosa dovrebbe fare il PD, in vista delle elezioni europee, per crescere?

Di Europee dovevamo iniziare a parlarne già da molto. Io penso come Roberto Giachetti che il Congresso andava fatto molto prima, perché il voto che ci attende a Maggio è importantissimo. Le altre forze politiche la campagna per le europee l’hanno iniziata da anni. E noi per vincere queste elezioni europee dobbiamo assolutamente mettere in campo un programma forte, che guardi al futuro, che spieghi perché l’Europa è la nostra casa e la nostra unica possibilità di crescita. Dobbiamo parlare con i miei coetanei, che sono europeisti perché in questa UE ci sono nati e cresciuti, e dobbiamo farlo prima che altre forze politiche lo facciano.
Niente è perduto, la storia ci insegna che ci sono momenti in cui si vince e momenti in cui si perde. L’importante è imparare dagli errori commessi in passato ed essere capaci di ripartire con ancora più grinta di prima. Ma possiamo farlo solo se smettiamo di rincorrere un passato che ormai non c’è più e torniamo a guardare, appunto, #SempreAvanti

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