Ride the Lightning: La perfetta evoluzione dei POA, “Deeper Than Hell”

Quante volte assistiamo a radicali trasformazioni nel mondo musicale?

Molti artisti, nel corso della loro carriera, decidono di compiere totali cambiamenti in ragione di svariate motivazioni. Fin qui nulla di sbagliato, anzi, è sacrosanto tirare delle somme ad un certo punto del proprio percorso.

Ma dove si pone il problema?

Cerchiamo di rispondere a questa domanda osservando più da vicino Deeper Than Hell, disco dei Plugs of Apocalypse, pubblicato il 28 aprile del 2017.

La band romana, prima della realizzazione dell’album appena menzionato, è giunta ad acquisire uno status considerevole nella scena underground di riferimento, lavorando su un deathcore influenzato da numerose correnti riconducibili ai sottogeneri del metal.

Il loro EP dal titolo EAS, pubblicato nel 2015, è molto indicativo in tal senso; infatti, nonostante si stia parlando di un prodotto aggressivo e composto da una pluralità di elementi, è facile cogliere l’impegno della band nel voler sperimentare anche su un terreno insidioso come quello del deathcore.

I POA, alla luce di quanto riportato, convinti di poter esprimere ancora di più tutto il loro potenziale, decidono di compiere una progressiva metamorfosi. Giova ricordare come questo processo necessiti di tempo e dedizione, affinché il tutto possa essere ben amalgamato e funzionante.

Tale passaggio risulta fondamentale per l’inquadramento di Deeper Than Hell. E’ qui che i Plugs of Apocalypse sovvertono completamente loro stessi, passando da quel deathcore (di cui prima si è fatto cenno) a sonorità delicate, limpide e colme di contenuti.

L’album si apre con la title track (che funge da intro) più Ablaze, prima traccia effettiva del disco. Brano dalla grande sostanza che riesce a mettere in chiaro, fin dall’inizio, il percorso intrapreso dalla band.

Proseguendo nell’ascolto si giunge a Tears, vera e propria punta di diamante di Deeper Than Hell. Quest’ultima mette in evidenza tutti i punti di forza insiti nel lavoro e presenta una parte strumentale impeccabile, calibrata alla perfezione che, insieme all’intelligente utilizzo delle voci femminili, riesce a riprodurre sonorità pulite e che sembrano rimandare a località sconfinate e gelide.

La sezione ritmica si nutre del background maturato dalla band nel metalcore, con diversi giri corposi e concreti. A livello vocale, invece, l’equilibrio raggiunto, fra voce maschile e femminile, è la chiave di volta nella gestione globale del lavoro. La gran prova offerta da Giorgio Della Posta è, in tal senso, innegabile. 

Come anticipato, si sta parlando di un prodotto caratterizzato da molte influenze. Facendo tesoro del loro passato, i POA hanno costruito una base granitica sopra il quale edificare un album ricco sotto ogni punto di vista. 

Lungo tutto il lavoro si percepisce la cura nel bilanciare una vasta gamma di elementi, provenienti da diversi mondi musicali. Nella stessa Tears, come nei brani Live Together, Die Alone e Veins of Glass, sono presenti numerose tipicità del gothic metal e del più moderno alternative. In All over Again, invece, si palesa una sfumatura pop che allieta il proseguo dell’ascolto.

E’ incredibile come questa band sia riuscita a gestire una così elevata quantità di contenuti tutti intercalati con assoluta naturalezza e precisione. Un prodotto lineare dall’inizio alla fine, dalla scelta della copertina fino alla chiusura del disco con il brano Beyond the Sky, che risuona come sunto dei POA stessi.

Alla luce di quanto analizzato, è possibile rispondere alla domanda posta in apertura. Il problema non è cambiare radicalmente sé stessi e i propri lavori, ma è saper mutare con consapevolezza e fermezza di motivazione.

In troppe occasioni si è assistito a stravolgimenti improvvisi e dettati da cause frivole, non in grado di sorreggere una tale scelta. Conseguenza naturale è, quindi, l’affossamento del progetto stesso. I Plugs of Apocalypse sono la prova di come sia tutto realizzabile in termini musicali, l’importante è prestare attenzione e ponderare  ogni singolo aspetto. La loro è una realtà che va supportata e merita i grandi elogi che sta riscuotendo da diversi anni.

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