Ride the Lightning: Limp Bizkit – Chocolate Starfish And The Hot Dog Flavored Water (2000)

«Who’s in the house?

Limp bizkit is in the house.

Bring it on!»

(Limp Bizkit – Intro)

Abbiamo già affrontato la grande prosperità degli anni novanta. Decennio caratterizzato dalla nascita di numerose correnti stilistiche, nonché dall’esordio dei mostri sacri del genere.

Nel precedente approfondimento mettemmo in risalto la grande importanza dei Korn, veri “padri fondatori” del nu-metal. In quel occasione fu automatico inserire nel discorso anche un’altra band che, in modo diverso, ebbe un grande impatto a livello mondiale: i Limp Bizkit.

La riflessione su quest’ultimi non è delle più semplici. Nella seconda metà degli anni novanta, i Limp Bizkit si affacciarono nella scena metal con non poche difficoltà: la complessità del prodotto, connessa alla “particolare” attitudine della band, rese travagliato l’esordio del gruppo originario di Jacksonville.

Le prime uscite della band – Three Dollar Bill, Y’all $ (1997) e Significant Other (1999) – furono bene accolte dalla critica. Due lavori in grado di concentrare numerose influenze e aspetti positivi, nonostante l’enorme lacuna sotto il profilo testuale.

Infatti, se con i Korn il nu-metal aveva una tempra molto più solida e profonda, con i Limp Bizkit cambia completamente l’impianto del genere in questione: testi con significati approssimativi (e banali), contornati da una strumentale molto più pulita e lineare.

Ma è nel 2000 che Fred Durst e soci realizzano il loro capolavoro, intitolato Chocolate Starfish And The Hot Dog Flavored Water, pubblicato il 17 ottobre 2000, per la Filp Records e Interscope Records, sotto il produttore Terry Date.

Il terzo album in studio dei Limp Bizkit debuttò al primo posto nella classifica di Billboard 200, vendendo più di un milione di copie nella prima settimana di rilascio, con numeri importanti anche nelle settimane seguenti.

Chocolate Starfish rappresenta il vero asso nella manica – dei Limp Bizkit – contro le innumerevoli critiche ricevute negli anni precedenti.

Questo perché, se da un lato i LB godono di un’ampia fetta di pubblico e affezionati alla loro musica, dall’altro risultano una delle band più odiate nella storia del metal. Alla base di questa ostilità vi è una loro attitudine molto provocatoria e arrogante. Fu così che nacquero diverse faide, specialmente con altri artisti come Eminem, Slipknot e Iron Maiden.

Tale odio fu alimentato dalla tragedia del live di Sydney, nel Big Day Out del 2001, dove perse la vita Jessica Michalik per asfissia. I Limp Bizkit furono accusati di aver adito la folla non curanti dei parametri di sicurezza. La morte della sedicenne pesò come un macigno per la band di Jacksonville – specialmente per il frontman Fred Durst – che riuscì a tornare in Australia solo nel 2012.

Ma perché si è voluto sottolineare questo aspetto?

La ragione si situa nella caratura del disco. Chocolate Starfish è la risposta a tutte le critiche ricevute negli anni, nonché a tutti coloro che etichettavano la band come “venduta”.

Album di personalità, dove si limano tutti i difetti dei suoi predecessori. Fin dai primi minuti di ascolto, emerge la grande compattezza a livello di produzione. Tutti i componenti mirano al raggiungimento del medesimo risultato: suono ben amalgamato, massiccio e pulito.

Questa “pulizia sonora” fa sì che l’album si stacchi da quei dischi rientranti nel filone  nu-metal. Chocolate Starfish vive di luce propria,  grazie a quel mix fra rap, nu-metal e un post grunge rivisitato.

Tali caratteristiche impediscono di analizzare i vari brani: il disco è omogeneo e stilisticamente compatto. Ciò non permette a nessuna traccia di elevarsi rispetto alle altre.

Quello appena evidenziato non vuole essere un aspetto negativo, sono pochi i prodotti che possono godere tale logicità e continuità di impronta.

L’impatto mondiale dei LB – dopo l’uscita di questo disco – fu eclatante. Il singolo Take A Look Around fu inserito nelle colonne sonore di Mission: Impossible II, mentre My Way fu l’official theme del ppv WWE: WrestleMania X-Seven.

Proprio questa grande carica mediatica viene riportata dal magazine online Loudwire, nello splendido articolo-intervista a cura di Chad Childers. Sul finire del pezzo, si sottolinea come Chocolate Starfish costituisca parte dell’adolescenza di molti amanti del genere. Ragazzi che, affacciandosi proprio in quegli anni nel panorama musicale, hanno avuto come primi ascolti proprio i Limp Bizkit e i loro lavori.

Abbiamo anticipato come il discorso non sia dei più semplici; i sentimenti contrastanti riguardo questa band sono – da anni – una costante. Non siamo nella posizione di poter “giudicare” i loro atteggiamenti e le loro controversie. Quello che interessa è elevare dei prodotti che hanno avuto un’importanza cruciale per diverse generazioni.

«This is GBHWFD to Base
-This is Base… your mission?
Universal communication
-Was your mission completed?
Affirmative. Permission to terminate?
-Permission granted.
Bring it oooooonnnnn!»

(Limp Bizkit – Outro)

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