È Annalena Benini, direttrice artistica del Salone Internazionale del Libro di Torino, a introdurre Luciana Littizzetto che per questa edizione ha curato la sezione dedicata alla leggerezza. Il personaggio di questo incontro è Marcello Marchesi, definito in sala come il rappresentante della leggerezza. A prendere parte all’incontro è Gianni Morandi che proprio dallo stesso Marchesi venne scoperto e grazie a lui alcune sue canzoni, come Fatti mandare dalla mamma, hanno raggiunto il grande pubblico.
A rendere omaggio alla figura di Marchesi c’è anche il figlio, Massimo, il quale aveva solo due anni quando il padre è venuto a mancare. Massimo racconta così il suo rapporto con la figura paterna. Di lui ha pochi ricordi visto il poco tempo vissuto insieme, ma soprattutto Massimo stesso ha spesso evitato di cercare qualcosa che potesse rivelargli la figura del padre. Dopo un po’ di tempo si è ritrovato immerso nella pesantezza degli scatoloni che finalmente ha deciso di aprire. Lo ha fatto in occasione del centenario della nascita del padre e all’interno vi ha trovato agende, quaderni, appunti, articolo, e tutto il materiale è stato affidato alla Fondazione Mondadori. Descrive così l’emozione di approcciarsi a un padre che non ha mai conosciuto, inoltre ha compreso l’importanza della figura di Marcello nel panorama culturale italiano. Il ringraziamento va poi a La Nava di Teseo per aver pubblicato i suoi libri.
All’incontro partecipa anche Giacomo Papi che racconta la sua visita alla sezione su Marchesi presso la Fondazione Mondadori: si possono osservare foto con Fellini o con Sandra e Raimondo.
A prendere la parola è poi Gianni Morandi che racconta del programma “Il signore di mezza età” condotto proprio con Marcello. Era il 1963 e Morandi all’epoca aveva solo 18 quando Marchesi gli permette di seguirlo in un programma tv. Parla così di un uomo burbero ma buono.
Al centro della vita di Marcello Marchesi vi è l’importanza delle parole che per lui non sono affatto leggere. Si definisce, infatti, in diverse occasioni come “un ciabattino che per tutta la vita ha cercato di mettere in ordine le parole“. La leggerezza di Marchesi sta proprio nell’utilizzo che fa della libertà nel suo rapporto con le parole e questo in ogni suo ambito artistico, anche quello pubblicitario. Luca Bianchini, presente in sala, cita così alcune delle pubblicità più famose, per esempio quella del brodo. Leggendo così alcuni pezzi ci si rende conto di quanto sia ancora contemporanea e dunque presente la sua figura: lo si nota dai sorrisi del pubblico divertiti nell’ascoltare qualcosa che li porta indietro nel tempo o battute che ancora oggi vengono utilizzate.
Durante l’incontro si tiene presente il periodo in cui Marchesi nasce e si afferma. È una generazione di comici che vive il periodo anche del fascismo e anche la nascita dei diversi media: dalla radio alla televisione.
Il pensiero va inevitabilmente alla società contemporanea aprendo un’importante domanda: come avrebbe vissuto Marcello Marchesi nel periodo del politicamente corretto?