Verba manent: Chiara Ferragni va al cinema

Nel mondo d’oggi, troppo social e poco sociale, contano le apparenze, i video che mostrano dove si è e cosa si fa, la strategia delle pubblicazioni. Tutti con un telefono in mano, mentre gli sguardi s’incrociano sempre più di rado.

In questa società, non è un mistero che Chiara Ferragni sia una regina in un castello di sabbia. Di recente, è uscito nelle sale un film sulla sua breve ma intensa vita. Per la qualità dei contenuti, assomiglia a un video ricordo, come quelli che vengono proiettati alle feste di diciott’anni, visto tuttavia già da più di 160.000 persone.

L’indiscutibile successo del docufilm fa riflettere sui valori di una società giovane in crisi: qualcuno ha smesso di guardare il mondo e i grandi che hanno contribuito a farlo, per concentrarsi su falsi miti, protagonisti di una vita vista attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica. Qualcuno sostiene che Chiara abbia già conquistato il cinema. Prima che il mondo delle pellicole, che per cultura le è ancora assai lontano, vorremmo conquistasse l’umiltà, la semplicità, considerata l’arte che i grandi maestri del passato hanno coltivato per anni, prima di entrare nella hall of fame del cinema.

Con tutto ciò, non intendiamo disistimare la blogger del fashion, della quale apprezziamo l’abilità nella riuscita, ma vogliamo ricordare che le meraviglie superano una foto e il numero di apprezzamenti che la stessa ha ricevuto.

Contano le parole, che restano impresse, la bellezza di un racconto del passato, il ricordo di un bel sogno, una chiacchierata tra amici a cellulari spenti.
Emozioni di peso, in una società leggera.

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