Verba manent: discorsi e ricorsi

Con un salto nel tempo lungo cent’anni, per un momento nei meandri della corrispondenza di una società pubblica sembrava esser tornati al fascismo. Si badi, non nelle sue manifestazioni violente, che oggi per fortuna rimangono circoscritte a qualche gruppo di imbecilli ignoranti che si sfogano qua e là, bensì riguardo al discorso che Benito Mussolini pronunciò in rivendicazione dell’assassinio di Matteotti. Claudio Anastasio, presidente di 3-I, società pubblica che gestisce i software e i servizi informatici di Inps, Inail e Istat, ha utilizzato l’orazione del duce come testo, riadattato alla sua azienda, da inviare ai colleghi. Le dimissioni sono arrivate poco dopo il fatto, ma le riflessioni possono proseguire a lungo. 

“Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, ed al cospetto di tutto il governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho alimentato nel mio ruolo”, sembrerebbe essere una parte del testo che Anastasio abbia inviato ai suoi. Se non fosse che l’azienda si occupa di temi seri e importanti, tra cui il PNRR, e che un richiamo simile fa rabbrividire soprattutto se ritenuto, come storici sostengono, l’inizio della dittatura fascista, l’invenzione del manager farebbe ridere. Sì, perché un dipendente pubblico di spessore che inserisce il nome della sua azienda in sostituzione del regime fascista, è un fatto comico. E proprio nella banale comicità dell’azione sta lo sdegno: come può essere scelto un profilo professionale del genere per rivestire un ruolo importante? La classe dirigente viene esaminata, guardata in volto, interrogata o vengono solo letti i curricula?

La sua società avrebbe dovuto accompagnare le principali aziende pubbliche verso la transizione digitale, con un fondo di 50 miliardi del PNRR. In mano a chi vengono messi, dunque, così tanti soldi? 

Casi simili devono essere un esempio per tutti; non tanto perché “si dimetta uno per farne dimettere cento”, ma poiché non devono essere affidati ruoli chiave a codeste persone. Anastasio ha giudicato ilare l’utilizzo del discorso di Mussolini? Nessuno contesta il suo personale arbitrio. Purché, però, si tenga fuori dagli affari pubblici. 

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