Verba manent: divano e Casalino

Comunicatore di professione, ingegnere da curriculum. Un passato da reality, oggi dice di essere cambiato, di aver buttato alle spalle la gioventù. Rocco Casalino è il protagonista della settimana: i programmi televisivi se lo contendono. Non possono arrivare a Draghi, allora puntano su chi la “riservatezza” non sa neppure dove cercarla nel vocabolario, inaugurano un confessionale stile Grande Fratello, condito dai soliti ospiti che alzano – o almeno dovrebbero – il livello culturale rispetto a quello della Casa di Cinecittà.

Di solito l’autobiografia è una tappa che, nell’arco della vita, si raggiunge alle ultime battute, quando si presume che si abbia qualcosa da raccontare. Casalino, invece, brucia i traguardi: a 48 anni, dopo una carriera in ascesa, pubblica “Il portavoce”, nella quale racconta la propria storia.

E così, ogni sera, dopo una giornata di lavoro, accendiamo la televisione nel dopo telegiornale e, puntualmente, lo troviamo ospite nei principali programmi. Canzonato da un mix di battute sottili e critiche al suo partito, con sorriso e doppio taglio in mostra risponde per le rime, talvolta complimentandosi col conduttore – è successo con Giletti e con Floris. Insomma, divano e Casalino non è il palliativo migliore contro lo stress della giornata, ma, almeno, funziona a mo’ di comicità.

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