Verba manent: il dolore di Ancona ha bisogno di umanità

Sogni di un futuro andati in fumo, rimasti uno attaccato all’altro, come i corpi senza vita. Futuri, amori, amori futuri, cambiamenti, delusioni e vivacità sfumati nel nero di una serata, purtroppo striata di rosso, rosso sangue. Nella provincia di Ancona, venerdì scorso, soffiava un vento di paura, che è diventato bufera.
Speranze di libertà, voglie di evadere dai piccoli impegni, tramite la serata di esibizione del cantante preferito. Tutto perso. Inutile discutere sul personaggio, ognuno è libero di ascoltare e seguire chi vuole. Superfluo addirittura imputare la responsabilità ai genitori del fatto che degli adolescenti ascoltino un genere di musica dai temi controversi. È bene, invece, ridare umanità ad una serata fra ragazzi, finita con dolore. Cosa c’è di più umano di alcuni giovani che, nel fiore degli anni, pensano perlopiù a divertirsi? È la normalità, figlia della loro età.
Evitiamo di tirare in ballo alcool, droghe e sballi vari. C’è stata una tragedia che ha coinvolto adolescenti, genitori, amici, affetti. Non scadiamo nella polemica becera, attraverso la quale i “grandi” pretendono di impartire insegnamenti ai “piccoli”, nonostante il contesto inadatto alle lezioni di vita. A mente lucida, ognuno potrà porsi tutti gli interrogativi che desidera e che gli pertengono. Ma, con la sofferenza nel cuore, il tempo è l’unico – benché minimo – rimedio al dispiacere.
Poi sarà il momento delle indagini. Chi ha sbagliato, pagherà. Chi ha sofferto, mediterà il proprio dolore. E chi, come noi, grazie al Cielo, non c’entra nulla, rifletterà. E pregherà, se lo vuole. In fondo, la solidarietà è un valore da riscoprire, in una società spesso malata di egoismi.

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