Verba manent: separati alla sentenza

I fratelli Bianchi sono stati condannati all’ergastolo in primo grado per aver ucciso Willy Monteiro Duarte, ammazzato di botte per aver provato a difendere un amico vittima di un’aggressione, nella notte del 6 settembre 2020. La sentenza ha stabilito inoltre che i due fratelli verranno separati: Gabriele Bianchi resterà a Rebibbia, mentre Marco andrà in un’altra struttura. 

La scelta va inquadrata nell’ottica del fine rieducativo della pena, oltre che per evitare possibili cooperazioni criminose all’interno della struttura. La decisione, sotto questo specifico profilo, non è piaciuta al direttore del giornale “Il Riformista”, Piero Sansonetti, spesso in prima linea per battaglie garantiste. Che ha twittato così: “Hanno separato i fratelli Bianchi, dopo l’ergastolo. Non si vedranno mai più. Lo stato si comporta con loro con la stessa ferocia con la quale loro si sono comportati con Willy. A me non piace questa cosa. Non trovo che sia civiltà”. 

Intanto occorre ricordare che l’ergastolo è stato deciso in primo grado, pertanto il processo sarà ancora lungo. E poi paragonare la ferocia di due assassini accaniti contro un ragazzo innocente alla decisione di separare i due durante la detenzione sembra alquanto sconsiderata. Direttore Sansonetti, ha idea della brutalità con cui è stata cagionata quella morte? 

Se è vero che perfino nella Bibbia c’è scritto “nessuno tocchi Caino”, ogni tanto un po’ di giustizia a questo mondo fa bene. Non tanto a loro, che, probabilmente, si saranno ben pentiti di quanto commesso; e se non si fossero pentiti da sé, avranno trovato senz’altro chi li abbia condotti al pentimento “con le cattive” dentro al carcere. Fa bene, invece, e mette in guardia chi giammai pensi di farla franca ammazzando di botte qualcun altro. Il caso di Willy è diventato mediatico, ma chissà quanti altri passano più in sordina. La giustizia non deve dimostrarsi lieve. 

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