Verba manent: un cuore che batte

Michael ha quasi 19 anni ma la sua vita inizia adesso. Quando era nato per la prima volta, i medici gli avevano diagnosticato una cardiopatia dilatativa del ventricolo sinistro, che lo avrebbe tenuto per sempre in una prigione di plastica, la sua macchinetta necessaria a tenerlo in vita. Una gabbia dorata, che dava la vita ma al tempo stesso ne limitava tutte le funzioni.

Dopo diciannove anni trascorsi a letto, vissuti tra riflessioni, letture, dipinti e amore per l’arte, al sant’Orsola di Bologna è arrivato il regalo: un cuore nuovo.

Il petto si è riempito di bellezza e Michael è rinato; ha buttato alle spalle tutte le sofferenze patite, compresa la mascherina che quotidianamente era costretto a indossare, pur controvoglia, in faccia a chi oggi ne abusa per vanità.

D’ora in poi, il ragazzo potrà festeggiare il suo compleanno due volte. E noi gli auguriamo tutto il bene per la sua nuova vita.

In tempi di virus, lasciamo battere i cuori.

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