Verba manent: vandali e ospedali

La rappresentazione dell’Italia in un fatto tragico: c’è chi preserva e chi distrugge. Da sempre, senza sconti né cambiamenti. E spesso chi distrugge è più rumoroso di chi tenta di salvare. Quanti, ogni giorno, costruiscono castelli sulla roccia eppure vengono dimenticati dall’attenzione mediatica? Basta un distruttore per fare rumore. La vendetta condotta verso l’ospedale di Napoli è figlia della suddetta divisione, è inutile cercare cause sociologiche. E ovviamente appartiene alla seconda classe: propria di coloro che distruggono.

Dopo una tragedia, si può essere vandali, così da dimostrare la propria inattitudine al mondo, oppure essere ospedali: fu il caso di Giovanni Durante, papà di Annalisa, giovane vittima della camorra nel 2004, il quale dopo la morte di sua figlia decise di costruire una biblioteca e raccogliere libri per i figli e i nipoti dei camorristi. “La cultura salva le vite”, ripeteva.

L’ospedale è un luogo di salvezza e un modo d’essere: salvare gli altri nonostante nessuno abbia salvato noi. Un soccorso pronto, per chiunque. Perfino per gli assassini.

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