Gli effetti del Coronavirus sul calcio: gare a porte chiuse fino al 3 aprile

Il governo vara il decreto legge antiCOVID-19: tra i provvedimenti anche la sospensione delle attività didattiche, delle manifestazioni, degli eventi e degli spettacoli di qualsiasi natura

Il Coronavirus non demorde: l’epidemia, che sta mettendo a dura prova gli innumerevoli sforzi del sistema sanitario italiano, continua a far registrare vittime e nuovi casi accertati lungo tutto lo Stivale. Nel tentativo di arginare il fenomeno il governo, nella giornata di ieri, ha approvato un nuovo decreto legge contenente le “misure per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del virus COVID-19”.

Oltre ad una serie di provvedimenti che ribadiscono l’invito a limitare la socialità, ciò che ha destato più scalpore è senza dubbio la sospensione delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore – comprese le Università – a partire da oggi sino a domenica 15 marzo.

E se da un lato la tutela della salute dei giovani studenti – alcuni di loro alle prese con la modalità telematica – ha indiscutibilmente prevalso, dall’altro anche l’industria culturale ed economica rappresentata dal mondo del calcio nostrano è stata investita dalle disposizioni emanate dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte; l’art. 1, lettera c) recita: “Sono sospesi altresì gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; resta comunque consentito, nei comuni diversi da quelli di cui all’allegato 1 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° marzo 2020, e successive modificazioni, lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico; in tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano. Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto ovvero all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della raccomandazione di cui all’allegato 1, lettera d)”.

Dunque la Serie A – come le categorie inferiori – non si ferma ma prosegue il proprio cammino senza il suo caloroso tifo, perlomeno sino a venerdì 3 aprile, come si evince dall’art. 4, comma 1 del medesimo decreto. “O porte chiuse o sospensione del campionato”: un imperativo categorico e necessario proveniente da Palazzo Chigi, che archivia definitivamente le diatribe nate tra varie società sportive – Juventus e Inter su tutte – e messo all’angolo una classe dirigente dedita più all’improvvisazione che alla risoluzione del problema.

Inoltre, come riporta la Gazzetta dello Sport, i recuperi delle partite non disputate nei giorni scorsi dovrebbero svolgersi regolarmente questo fine settimana – sempre a porte chiuse – partendo dalla sfida Sampdoria-Verona, in programma sabato 7 marzo alle ore 20:45; a seguire Milan-Genoa (domenica 8 marzo, ore 12:30), Parma-Spal, Sassuolo-Brescia (entrambe domenica 8 marzo, ore 15:00), Udinese-Fiorentina (domenica 8 marzo, ore 18:00) e infine il tanto atteso quanto discusso big match Juventus-Inter, posticipo che andrà in scena domenica 8 marzo alle ore 20:45. 

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