Italiano medio: tetto delle tasse in Costituzione… e altri “mostri” di Fratelli d’Italia

Italiani medi. Pronti per i banchetti di Fratelli d’Italia? Jules Verne? Asimov? Miyazaki? Miglior sceneggiatura originale per un film di animazione? George Lucas? Fantasia o fantascienza? O chiamale se vuoi eiezioni?

Banchetti in tutto il Paese per Fratelli d’Italia che promuove 4 proposte di riforma:

  1. L’elezione diretta del Presidente della Repubblica
  2. L’abolizione dei Senatori a vita
  3. Il tetto delle tasse in Costituzione
  4. La supremazia dell’ordinamento italiano su quello europeo

ELEZIONE DIRETTA
Sorvoliamo volutamente sul primo punto, essendo lo stesso oggetto di un contendere di opinioni che potrebbero essere valide entrambe solo sotto una riforma organica dell’ordinamento dello Stato.

ABOLIZIONE SENATORI A VITA
Sulla seconda proposta, riteniamo che valga meno del due di coppe quando regna bastoni in una partita di poker.

TETTO DELLE TASSE CHE SCOTTA
Veniamo invece al terzo punto che è più spinoso. Già Silvio Berlusconi aveva delirato sul tetto delle tasse in Costituzione avvicinandosi a un’imposta massima che sfiorava il 30%. Quando il Cavaliere ha presentato questo suo proclama, di annosa memoria per l’aliquota unica per tutti, molti esperti storsero il naso. La Meloni gli fece eco riferendo che già dalla fondazione del suo partito il tema era nel programma.

Andiamo a spiegare la proposta della Meloni e inquadriamo ciò che dice la legge italiana.

La proposta della Meloni. Tetto massimo delle tasse di poco inferiore alla media europea che si attesta sul 40,8% (in rapporto al PIL, non cadiamo in inganni per polli che la vedono al 20%).

Facciamo un esempio: Mario Rossi ha una capacità contributiva di 1000 e Franco Bianchi di 500. Essendo alte andrebbero a pagare il massimo che sarebbe di poco meno il 40%, nonostante il sig. Rossi abbia maggiore capacità contributiva. Ciò detto, da Franco Bianchi fino al più povero degli italiani sarebbero trattati in modo impari rispetto al sig. Rossi. E la chiamano Destra Sociale?

La Costituzione italiana. Negli articoli 2 e 53 la carta fonda la solidarietà e la progressività.

Nei principi costituzionali quindi c’è “il dovere inderogabile di solidarietà economica” e più avanti troviamo nel 53 che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. La capacità contributiva non corrisponde al reddito o alla capacità produttiva annua, ma alla possibilità che ogni cittadino ha di contribuire alle casse comuni. Già questo basterebbe per frenare eventuali soprusi dello Stato a rivalersi sui cittadini, salvo poi la concordanza che tutti abbiamo sul caos fiscale italiano.

La riforma costituzionale andrebbe a modificare quindi l’art.53.

Un’altra domanda sostanziale sarebbe l’impossibilità di modifica dell’art. 2, essendo esso un principio costituzionale e per questo immodificabile.

Andiamo a scomodare poi un altro articolo della Costituzione se vuole essere posto un referendum. Qui siamo ai limiti. L’art. 75 recita così: “Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie, di bilancio, di amnistia e di indulto”. Ma non sarà un banchetto acchiappa-voti allora? Noooo.

Nel caos generato, Fdi non specifica come andrebbero a coprire questa mancanza di gettito fiscale in un paese come l’Italia dove, sia la spesa pubblica, sia il debito pubblico sono altissimi. Stesso ragionamento fatto con Salvini per la Flat Tax, dove un illustre giornalista faceva pesare al leader del Carroccio l’insostenibilità della riforma e la difficoltà dell’Italia di avvicinarsi a un procedimento che risulta essere confacente solamente negli Stati dell’Est Europa, essendo questi con un Welfare poco sostenuto e in un’economia di passaggio (totalmente diversi dal sistema Italia).

La mancanza di gettito come verrà appianata non è dato sapersi. Ci potremmo ritrovare davanti un altro caso Reddito di Cittadinanza e Quota 100 (spesa sostenuta), o Flat Tax (mancanza di gettito), ovvero un esponenziale aumento del debito o una mancanza di contribuzione alle spese dello Stato. Il bilanciamento di questi canti del gallo è la strenua corsa alla privatizzazione di scuola, sanità, sistema pensionistico. O i classici tagli.

Perché cari italiani medi, la coperta è corta. Non si può fare tutto.  Quando passerete vicino a un banchetto italico fate una domanda. Ma con quali soldi copriamo questa riforma? La risposta non la sanno ma sapranno farvi un panegirico di parole sulla visione del mondo e sull’economia che riparte, senza dati alla mano. La risposta non la sanno perché non c’è una risposta, non per ignoranza. Solo per rifinanziare Rdc e Quota 100, e per sbloccare le clausole IVA, ci vorrebbero tanti soldi. Abbiamo già un mancato gettito dalla Flat Tax salviniana. L’abrogazione di uno di questi provvedimenti non risolverebbe il caso.

ITALIANA SUPREMAZIA
Per il quarto punto dei banchetti di Giorgia Meloni ci affidiamo all’immaginario dell’impossibilità. Per fortuna ci sarà qualcuno che le tirerà le orecchie da Stoccolma in giù. La supremazia dell’ordinamento italiano su quello europeo significa un po’ come “faccio come mi pare ma mi devi aiutare”. Il non sense della politica internazionale. Una mossa che solo una moneta forte e uno Stato forte come la Gran Bretagna poteva sostenere fino alla Brexit, oppure un’economia in ripresa come quella dei Paesi est-europei che pure si inginocchiano alla “cattivissima” UE. Ma l’Italia non ha né la forza della perfida Albione, né la debolezza dei paesi di Visegrad. In poche parole, fantapolitica.

Possiamo riferirci all’On. Meloni come ci siamo riferiti a Salvini e Movimento 5 Stelle. Belli i proclami da capo popolo ma, come a nostro solito, manca l’organicità di una riforma. Oltre alla visura di “specchietto per le allodole”, ci troviamo davanti a misure ad ostentantionem. Purchè se ne parli, non importa che sia fattibile. Un potpourri di riforme che ne basterebbe una per parlarne un secolo, salvo che sia spendibile, e a volte facciamo fatica a pensarlo.

Vorrei trovare una chiosa per questo articolo cari italiani medi, o un consiglio da darvi, ma non sono un teorete, né posso rispondere a tono davanti cotanta fantasia. Si tratterebbe di riesumare Godot e vederlo arrivare. A proposito di fantasia. Un giorno un ridente segretario locale di partito di Fdi mi disse che era meglio quando scrivevo su Topolino. A parte la grandezza del giornale di cartoon, posso chiosare rispondendogli con questa spada, rimanendo sulla fantasia.

Topolino è stato creato da Walt Disney, questi banchetti dalla Meloni. Ma in fondo, chi era questo Walt Disney?

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