A breve nuovo accordo su Brexit: quali i possibili effetti?

Che effetti avrà la Brexit? L’accordo raggiunto sarà messo in pratica?
Il 23 Giugno del 2016 il 51,9% degli inglesi ha votato per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, a fronte del 48%, il quale ha votato invece per restare all’interno dell’Unione mentre, Scozia e Irlanda del Nord hanno votato per restare.
La data ufficiale di uscita del Regno Unito è prevista per Marzo 2019.

Dopo mesi di negoziazione Regno Unito e Unione Europea sono giunti ad un accordo, il quale disciplina cosa accadrà ai confini dell’Irlanda del Nord e ai cittadini che lasciano il Regno Unito o ai cittadini UE che entrano nel Regno Unito. Il 14 Novembre è stato approvato dal governo inglese il suddetto accordo, ma alcuni componenti dello stesso si sono dimessi in segno di protesta; nello specifico il ministro della Brexit Dominic Raab ha detto di non poter appoggiare tale accordo poiché rappresenta una minaccia per l’integrità del Regno Unito. Teresa May ha già sostituito il Ministro per la Brexit, nominando Stephen Barclay già sottosegretario alla sanità, il quale aveva votato per il “leave” al referendum del 2016.

Cosa contiene l’accordo? Principalmente quanto il Regno Unito deve pagare all’Unione Europea: 39 miliardi di Euro. L’ accordo disciplina i confini commerciali dell’Irlanda del Nord con la Repubblica dell’Irlanda del Sud, confine questo particolarmente critico: non si vuole infatti un ritorno al checkpoint tra le due Irlande. Per evitarlo si potrebbero continuare ad applicare le regole sul mercato unico così come allo stato attuale tra l’Irlanda del nord e quella del sud mediante il cosiddetto “backstop” non conclamato da May. Secondo il piano previsto dall’Inghilterra, questa applicherà le proprie tariffe per i beni interni, con sovrapprezzo invece quelli esportati che finiranno nel mercato europeo. Il Regno Unito sarà così in grado di gestire autonomamente il proprio commercio con altri Stati (non permesso attualmente con l’unione doganale del mercato comune).

La prima ministra inglese afferma che l’uscita del Regno Unito dall’UE ridarà indietro il controllo e la gestione dei flussi migratori, tuttavia quest’ultima non accetta allo stato attuale l’accordo approvato dal governo inglese e nel dettaglio la disciplina sul commercio.

Quali sono i possibili scenari? il Regno Unito potrebbe lasciare l’UE senza un accordo, ma così facendo tutti i trattati con l’Unione Europea cesseranno di essere applicati. Nel caso in cui il governo britannico decidesse di uscire mediante un accordo, alcune regole europee potrebbero restare in vigore ma l’Inghilterra avrebbe piena autonomia nella disciplina del proprio commercio; se il Regno Unito decidesse poi di rientrare di nuovo nell’UE in tutti e due i casi dovrà farlo come se fosse un nuovo Stato che richiede di far parte dell’Unione per la prima volta.

Il cosiddetto shadow cabinet o governo ombra formato dall’opposizione, il cui esponente è rappresentato da Mr Jeremy Corbin si oppone a tale accordo e afferma che esso non contiene delle garanzie per i lavoratori e per l’ambiente. Corbin ha detto che avrebbe potuto formulare un accordo migliore rispetto a quello formulato dalla May.

Il Regno Unito dunque lascerà l’Unione così come previsto dall’ articolo 50 del Trattato di Lisbona, mai applicato fin ora, il quale disciplina l’uscita di uno Stato membro dall’UE attraverso la notifica al Consiglio Europeo e la negoziazione con l’Unione Europea.
Entrambe le parti minacciano di concludere la Brexit senza un accordo, così come affermato da Teresa May e da Donald Tusk. Sarebbe preferibile per l’UK in termini puramente oggettivi concludere il tutto mediante un accordo per mantenere fino alla scadere del tempo alcuni trattati europei molto importanti sul commercio, altrimenti questi in cesseranno di essere applicati con la conseguente perdita per l’Inghilterra di grosse fette di mercato e opportunità. La prossima data per ridefinire l’accordo è prevista per il 25 Novembre dove May dovrà dimostrare di non aver perso dei pezzi o quantomeno dovrà mantenere la sua posizione forte e cercare di negoziare con l’Unione la sua uscita.

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