Amor librorum nos unit: i librai antiquari al Salone del Libro di Torino

Nel pomeriggio del 22 maggio 2023, giornata conclusiva della XXXV edizione del Salone del Libro di Torino, si è svolto un incontro dal titolo “Il piacere di scoprire libri antichi, rari e introvabili. Vale ancora la pena collezionarli nell’era digitale?”. I quattro interventi che si sono susseguiti hanno risposto alla domanda posta nel titolo della conferenza, ognuno a suo modo, ma tutti con un convinto e convincente assenso. 

Il primo ad intervenire è stato Giuseppe Maspero, presidente dell’ALAI (Associazione dei Librai Antiquari Italiani), che nasce nel 1947 per promuovere il libro antico attraverso l’organizzazione di mostre e fiere, lavorando con le istituzioni affinché il commercio del libro antico sia agevolato. Maspero ci tiene a specificare che l’ALAI è l’unica associazione che, a partire da questa edizione, ha portato il proprio stand di libri antichi e rari nel Salone del libro di Torino. Alla base della presenza dello stand dell’ALAI c’è una riflessione molto importante: a volte la sola lettura non è sufficiente per veicolare un valore culturale che, per essere espresso, ha bisogno della materialità del “libro”, che, lungi dal costituire un mero oggetto di consumo, può essere conservato così da diventare, nel tempo, un oggetto di pregio. Va tuttavia specificato, prosegue Maspero, che il libro è un bene seriale, e che per diventare raro e prezioso deve avere delle particolarità che lo rendono unico, come nel caso dei libri autografati. Quel che è certo è che il massimo a cui un collezionista può ambire è avere una copia il più possibile vicina a come è uscita dalla tipografia. 

Si passa poi a parlare del ruolo di Internet, che secondo Maspero rappresenta una risorsa per il collezionista che ha l’“intelligenza dello scavo”, ovvero la capacità di andare a fondo con la ricerca. Nell’era digitale si hanno infatti a disposizione molti più strumenti per trovare libri che anni fa erano considerati impossibili da reperire.  A questo punto è però importante introdurre un nuovo elemento di riflessione: Internet ha sì facilitato l’acquisto per il collezionista, ma al tempo stesso ha complicato la vita al librario antiquario, che per sopravvivere deve affinare più che mai lo strumento della sua professionalità. Professionalità che si concretizza nella sua attività di preservazione del libro antico e raro e nel fare in modo che diventi il nucleo fondativo di una comunità caratterizzata non dalla gara all’acquisto ma da occasioni in cui i collezionisti si riconoscano in dei valori che ruotano attorno all’amore per il libro antico e per ciò che rappresenta. È infatti molto importante, conclude Maspero, che la ricerca non abbia come fine principale l’accumulo dei libri, ma che rispecchi le passioni, il gusto e l’anima del collezionista, per cui il libro antico è testimonianza del suo amore per la cultura.

Prende poi la parola Matteo Morelli, vincitore della prima edizione del Premio Aldus Club per i giovani collezionisti, di cui testimonia l’interesse per il collezionismo di libri antichi espresso anche attraverso i social, e in particolare le pagine Instagram. Internet è dunque una risorsa che permette di condividere e diffondere questo tipo di interesse, e diventa uno strumento indispensabile nel momento in cui ci si trova in un luogo in cui non sono presenti librerie antiquarie sul territorio. Morelli ha una formazione da designer e ha fatto convergere il mondo del libro antico (fanno parte della sua collezione esemplari che vanno dal XVI al XVIII secolo) con quello del design, utilizzando libri antichi per creare loghi e carte da parati per clienti di tutto il mondo. Il suo lavoro è dunque la testimonianza della trasversalità dell’amore per il libro antico, che è in grado di unire tutte le generazioni e i continenti. 

Il terzo intervento è quello di Ugo Nespolo che è sia produttore di libri d’artista, per cui realizza preziose illustrazioni, che collezionista di libri delle avanguardie storiche come il futurismo, il surrealismo, il dadaismo e poi ancora l’avanguardia russa,francese e americana. Nespolo afferma di concepire il libro antico come investimento, non perché diventi un oggetto-feticcio, ma per la bellezza estetica che testimonia l’importanza, nel caso ad esempio delle avanguardie storiche, di un movimento artistico e intellettuale.  Il libro antico, ci tiene a concludere Nespolo, ha un valore innanzitutto culturale, in quanto esprime le idee del momento storico in cui è stato realizzato.

A concludere l’incontro è l’intervento di Santo Alligo, bibliofilo di lunga data. Il suo interesse converge prevalentemente sul libro illustrato, a cui ha dedicato a sua volta diversi volumi di cui cita l’ultimo, incentrato sulla storia delle illustrazioni di Pinocchio di Carlo Collodi. Anche Alligo concorda con la tendenza generale degli interventi precedenti: è innegabile che Internet abbia reso la compravendita di libri antichi più facile. Risulta infatti possibile, attraverso una comparazione tra più edizioni del libro antico che si vuole acquistare, scegliere la copia che piace di più al miglior prezzo. In questo processo, tuttavia, risulta agevolato chi compra ma non chi vende, perché la concorrenza è molto aumentata. Arrigo entra poi nello specifico ad analizzare le varianti che possono fare la differenza nel definire il valore di un libro antico. L’esempio scelto è quello costituito dall’edizione di Pinocchio illustrata da Enrico Mazzanti e pubblicata nel 1883: le prime edizioni possono arrivare a costare decine di migliaia di euro e il prezzo varia molto a seconda che si tratti di una bella o di una brutta copia, o che sia o meno provvista di particolari che raccontano la storia del libro  (è il caso della fascetta editoriale, dettaglio molto raro da trovare e che testimonia il successo che il libro ha avuto quando è stato pubblicato).

Santo Alligo conclude con una riflessione sull’importanza del piacere che il collezionista prova, o dovrebbe provare, nel condividere con gli altri amanti dei libri antichi i suoi “tesori”, che sono preziosi non solo per il loro valore monetario ed estetico ma anche e soprattutto per quello letterario: più un libro è vicino, per antichità e caratteristiche, alla prima edizione, maggiore è la sensazione che il suo lettore prova di sentire la voce dell’autore che ci parla attraverso i secoli.

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