Sopra quel ponte chiamato “Filastrocca”

In questa XXXV edizione del Salone Internazionale del Libro, avente luogo a Torino, lo scrittore, sceneggiatore e poeta Bruno Tognolini presenta il suo nuovo scritto Rime Scolare. Per rimescolare scuola e poesia, da cui prende forma una profonda riflessione, che io stesso proverò a trasmettere per i lettori di quest’articolo.

La poesia è una dimensione vasta e, come tale, è l’origine di forme differenti d’espressione verbale: tra queste una di particolar spicco è la filastrocca. Quando si parla di filastrocche s’intende un componimento in versi che enfatizza la componente ritmica delle rime; in più, di grande importanza, proprio come dice lo stesso Tognolini, essa si può definire tale se “fa contenta la bocca della persona che la dice”. Dunque, quando si scrive questo tipo di componimento si dovrebbe fare una prova: leggere a voce alta ciò che si è steso su un foglio, più volte se necessario; se rende buono l’umore ha funzionato, altrimenti bisogna riformulare o ricreare da capo. 

La voce è importantissima, poiché è in grado di dare vita a ciò che è scritto. Immaginate una spugna inzuppata d’acqua: essa sarà scura, solida e pesante; quando poi però la strizzeremo, ne fuoriuscirà tutta l’acqua. Ecco, la spugna bagnata è la filastrocca col suo contenuto e l’acqua che faremo uscire è proprio la voce che accenderà l’opera. D’altro canto, proprio a proposito delle rime, Tognolini afferma che lo scritto è zitto.

La filastrocca riesce ad avere funzione curativa, poiché, andando a toccare l’anima di ognuno, riesce a curare il corpo; fa succedere qualcosa dentro di noi, esprimendo ciò che è oltre, ciò che è nascosto e che non può essere raggiunto se non attraverso la dimensione esteriore.

Ogni bambino dovrebbe poter raggiungere questo tipo di benessere. Per fare in modo che accada, l’adulto deve “bene-dire” questi mondi nascondi, prendendosene cura con le parole. Tognolini afferma che la scrittura di una filastrocca, per riuscire, deve inevitabilmente passare per tre fasi: la prima è lo studio dei grandi poeti del panorama italiano e internazionale, attraverso i quali si apprendono le opere, che vanno imparate a memoria e ripetute a voce alta numerose volte, così da allenarsi; la seconda fase riguarda l’ascolto della musica, altra branca che deriva dal mondo poetico e che offre grande supporto; l’ultima fase è quella riguardante la relazione coi bambini, a cui si chiede di recitare le loro stesse creazioni. La figura del maestro, quindi, diviene quella dell’apprendista.

Tognolini dà vita a un progetto che si chiama ‘Poesia-orale-ludica-puerile-autentica’, che consiste nel far creare ai bambini delle filastrocche da registrare e mixare. Il nome del progetto nasce dal fatto che i più piccoli sono dei maestri nell’esprimere oralmente se stessi, e la filastrocca rende giocosa la loro maniera di comunicare, di per sé originale e inimitabile. Le stesse filastrocche che apparentemente sembrano non avere significato, in realtà vogliono dire tutto; è come se fossero delle formule magiche, che pur essendo formulate in modo criptico, hanno un effetto d’immenso potere.

Una filastrocca non deve necessariamente essere espressa in un’idioma di nostra conoscenza; essa può essere, ad esempio, in un’altra lingua o in dialetto e comunque riuscire a trasmettere quel messaggio che è, sì nascosto, ma anche universale.

Lo strumento della filastrocca è ottimo per imparare varie nozioni che, solitamente, sono insegnate nelle scuole primarie. Partendo dalle schede di eserciziari tipiche di questi istituti, Tognolini crea dei componimenti di vario genere, presentati nel suo libro. Impressiona come, attraverso le filastrocche, si possa interiorizzare un contenuto; prova effettuata durante la presentazione è stata quella di leggere tutti insieme, lui incluso, alcune di queste rime: le reazioni sono state immediate, impossibile trattenere il sorriso o addirittura farsi sfuggire una risata.

È certo: se si vuole accedere al benessere, riequilibrando noi stessi, cantare versi è estremamente efficace.

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