Arte della scena: Dalton Trumbo,lo sceneggiatore fantasma

La famosissima locandina del film “Vacanze romane” con Haudrey Hepburn e Gregory Peck ispira leggerezza, amore, gioia di vivere. Ma dietro a questo film, vincitore di un Oscar per il miglior soggetto nel 1953, si nasconde la storia di un uomo, che all’apice del successo perse tutto; egli subì l’ostracismo di Hollywood e fu costretto per vivere a non usare più il proprio nome, diventando uno sceneggiatore fantasma: Dalton Trumbo.

Infatti l’Oscar fu dato a Ian McLellan Hunter, che come prestanome aveva firmato il lavoro, sostituendosi a Dalton Trumbo. Soltanto nel 2011, gli fu riconosciuto L’Oscar per il film “Vacanze romane” che fu ritirato dalla sua vedova.

Ma cosa accadde ad Hollywood dopo la Seconda guerra mondiale? Nel 1946 un articolo del giornale Hollywood Reporter pubblicò l’elenco di nomi di un gruppo di sceneggiatori, con l’accusa di essere dei simpatizzanti comunisti. Questo gruppo fu definito lista degli “Hollywood Ten”. Tra di loro c’era anche Dalton Trumbo, lo sceneggiatore più richiesto e pagato dagli studios. Già nel 1936 aveva espresso il suo odio per la guerra con il romanzo “E Johnny prese il fucile”. Storia di un reduce che torna dalla Prima Guerra Mondiale privo delle braccia. In seguito ne fece anche un film come regista. Il romanzo, dichiaratamente antimilitarista, tendeva a tenere fuori gli Stati Uniti dal conflitto della Seconda Guerra Mondiale, aderendo alle idee del Partito Comunista americano. Ma lo stesso Trumbo, quando l’Unione Sovietica fu invasa da Hitler ed entrò in guerra, si attivò per sospendere la pubblicazione del suo libro fino a guerra finita. L’uscita di quell’articolo provocò un’inchiesta da parte della Commissione Speciale del Congresso, che fu causa di suicidi e di vite rovinate. Dalton Trumbo dal momento che si rifiutò di testimoniare e di diventare un delatore, fu condannato a undici mesi di carcere. Altri attori invece, pur di lavorare, testimoniarono contro gli Hollywood Ten. Il più importante fra questi fu Edward G.Robinson, il quale ricattato sul lavoro testimoniò contro Trumbo.

Dopo aver scontato la pena Trumbo non fu riammesso tra gli autori degli Studios ed emigrò in Messico. Lì continuò la sua attività di sceneggiatore e scrittore usando degli pseudonimi, tra cui Robert Rich (con questo pseudonimo vinse l’Oscar per la migliore sceneggiatura del film “La più grande corrida”, che gli fu riconosciuto con suo vero nome negli anni Settanta). Per poter sopravvivere scrisse moltissime sceneggiature, guardando più alla quantità che alla qualità. Successivamente il regista tedesco Otto Preminge riportò Trumbo ad Hollywood, imponendolo alla produzione del film Exodus. Contemporaneamente anche Kirk Douglas lo cercò per fargli scrivere la sceneggiatura del film Spartacus, sfidando le ire del pubblico e della stampa, che ancora vedevano in Trumbo un nemico della patria. Douglas fece ritornare ad Hollywood il grande sceneggiatore, mettendogli il nome nei titoli di testa del film; questo evento creò un grande senso di apprezzamento in J.F.Kennedy. Nello stesso anno, Dalton Trumbo venne reintrodotto “ufficialmente” nell’ambiente del cinema, senza più bisogno di firmarsi sotto falso nome e venne anche re-iscritto alla Writers Guild of America.

Scorrendo la storia di Dalton Trumbo, si comprende il clima di terrore che regnò negli Stati Uniti d’America negli anni del Maccartismo e della guerra fredda. Tra le pieghe dei red carpet, degli abiti da sera, si nascondeva la minaccia della delazione e il timore di essere indicati come simpatizzanti comunisti; ciò avrebbe portato ad una distruzione della carriera personale. Infatti molti si suicidarono, così da non affrontare la Commissione Speciale del Congresso e il disprezzo del pubblico.

Fino al 1976, anno della morte di Trumbo, egli continuò a scrivere sceneggiature tra cui il famoso film “Papillon”, in cui compariva in un piccolo cameo come attore.

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