Colleferro, inaugurato il “Giardino della Memoria e della Giustizia”

Mercoledì 22 luglio 2020, a Colleferro, presso Colle dell’elefante, è stato inaugurato il Giardino della Memoria e della Giustizia”. 24 nuovi alberi piantati – 12 olivi e 12 mandorli – e una stele con incisi i nomi dei magistrati vittime della mafia.

L’evento si è aperto con la benedizione di Don Franco Fagiolo che ha rimarcato come, in momenti così forti, le persone prendono coscienza di alcuni importanti valori. Don Franco ha poi ricordato che quello a Colle dell’elefante non sarà solo un luogo della memoria, ma anche una palestra per la legalità.

A seguire il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna ha ringraziato le tante autorità civili e militari presenti. “Siamo stati per tanti anni la città del cemento, della fabbrica. Siamo una città giovane, posizionata tra paesi che hanno millenni di storia. – Queste le parole di Sanna, che ha aggiunto – Siamo stati noi a condannare la Valle del Sacco ad un destino funesto. Destino che però sta cambiando positivamente. Questa che stiamo vivendo è una stagione di rinascita, con una comunità che sa affrontare temi importanti. A Colle dell’elefante oggi abbiamo inaugurato un luogo della memoria bello, armonico dove sorge la stele in memoria di tutti i magistrati vittime della mafia.”

Dopo il sindaco ha preso la parola il magistrato Massimo Gallo, già presidente della Corte d’appello di Roma: “Occasione molto bella. È innegabile che, in questo momento, la magistratura sta attraversando il periodo più difficile della sua storia.” – Il giudice ha poi ricordato che “insieme ai magistrati, sono cadute tante altre persone: militari, giornalisti, civili. In Italia tanta gente ha pagato con la vita il loro senso del dovere. Queste cose non le dobbiamo dimenticare.”

Anche il presidente del Tribunale di Velletri Mauro Lambertucci ha ricordato che “tante persone che si sono contraddistinte per il loro dovere. La magistratura non è quella che si vede sui giornali e media. La stragrande maggioranza lo fa con onestà e amore.”

Giuseppe Travaglini, sostituto procuratore della Repubblica, nel suo intervento ha ricordato di essere entrato in magistratura, come altri numerosi suoi colleghi, nel settembre del 1992. “Iniziativa buona, perché questa stele ha funzione di esempio. Rappresenta tutti quelli che hanno speso il loro sangue per difendere i nostri valori costituzionali. Ognuno di noi deve essere consapevole che il proprio impegno è indispensabili.”

La manifestazione si è conclusa con l’intervento del giudice Stefano Amore. Il magistrati ha spiegato: “Tutti quelli ricordati sulla stele sono magistrati, ma il legame profondo che li unisce è che hanno cercato la verità. Oggi si nega che la verità esiste. Abbiamo paura della verità, ma ricordiamoci che le opinioni non portano nulla di oggettivo. La verità invece è un’esperienza estrema, perché può condurre alla morte.

Oltre alle autorità militari e diversi membri dei Carabinieri, della Polizia, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco, erano presenti il consigliere regionale Eleonora Mattia, l’assessore Umberto Zeppa e i consiglieri comunali Marco Gabrielli, Mario Poli ed Emanuele Girolami.

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