Fiano Romano, emergenza coronavirus: intervista al Sindaco Ottorino Ferilli

Il Sindaco di Fiano Romano, Ottorino Ferilli, è presente in prima linea per fronteggiare l’allarme Covid-19 che ha colpito la sua comunità. 

Considerato il momento, l’ho contatto per domandargli come sia la situazione nella cittadina di Fiano Romano e per capire quali misure abbia messo in pratica finora. 

Con l’occasione, tutta la redazione di Lanterna lo ringrazia per la gentilezza e la disponibilità, con il sincero augurio di buon lavoro a lui e ai suoi collaboratori.

Sindaco, come è noto due persone residenti nel comune di Fiano Romano sono risultate positive ai test per il Covid-19. Immagino che ciò abbia scosso tutta la comunità, comprensibilmente. Come avete fronteggiato la questione non appena avete ricevuto il primo comunicato della ASL? E cosa avete fatto quando siete venuti a sapere della seconda persona positiva, notizia recentissima?

Pandemia. Un termine che, in qualche modo, speravamo tutti di non dover pronunciare. Da gennaio, mi sono mosso in autonomia per cercare di prevenire una situazione che sarebbe potuta degenerare senza precauzioni. Dopo la notizia della prima persona positiva in Italia, scrissi una lettera a tutte le strutture ricettive del territorio – Fiano Romano per la sua posizione strategica ne ha molte attive – cercando di sensibilizzare i gestori ad adottare misure igienico sanitarie straordinarie e di tenersi in contatto frequentemente con i nostri uffici e con il dipartimento di prevenzione della Asl di competenza. Con l’Ufficio Comunicazione, invece, ho cercato di mettere su tutte le attività per informare e comunicare trasversalmente a tutti i cittadini. In queste settimane abbiamo attivato diversi servizi per cercare di far uscire il meno possibile le persone da casa. Abbiamo messo in rete gli esercizi commerciali per le consegne a domicilio, spesa e farmaci; sanificato e disinfettato, più volte, le aree pubbliche più a rischio e i luoghi sensibili ma anche strade e marciapiedi. Sicuramente impopolari sono state le ordinanze che ho emesso ancor prima che arrivassero comunicazioni dall’alto: sospensione mercato, interdizione centri anziani, giardini, parchi e piste ciclabili e di pochi giorni fa il divieto di attività all’aria aperta. Interventi che mi sono sentito in dovere di fare senza tentennare. I report dei controlli eseguiti da Carabinieri e Polizia Locale hanno evidenziato una mancata presa di coscienza da parte di alcuni, che quotidianamente si ritrovavano per chiacchiere e sport all’aperto. Vorrei si comprendesse bene che l’unica protezione che abbiamo per noi stessi e per gli altri è quella di restare a casa. Avremo tempo per riprendere le buone abitudini per mantenere in salute il nostro corpo.

Il virus rappresenta un’emergenza atipica, che ha colto tutti impreparati. Non è facile cambiare radicalmente le proprie abitudini e adattarsi a una vita molto limitata. I cittadini come si stanno comportando? Di recente, Lei ha emesso un’ordinanza che vieta i mercati e decreta lo stop alle attività motorie all’aperto (se non per comprovati motivi sanitari). Cosa l’ha spinto a mettere in atto tale misura?

Fino a quando epidemie, guerre, violenze di ogni genere si vedono scorrendo la home di Facebook, la vita quotidiana procede come sempre. Ho letto, i primi tempi, cose gravissime contro la Cina e contro il popolo cinese. Giudizi lapidari, come se noi fossimo sempre e soltanto i portatori di una civiltà occidentale sicura e giusta. Ciò che sta accadendo, adesso, è drammatico e rompe ogni giorno gli equilibri certi e abitudinari. In qualche modo credo che da tutto questo il popolo italiano ne uscirà migliore e più coeso su valori sui quali non si può sindacare. La mia Comunità, da subito, credo abbia compreso la gravità della malattia soprattutto per la fascia a rischio: anziani, immunodepressi e persone con patologie croniche. Quando ho deciso per la chiusura immediata del centro anziani ho trovato appoggio e collaborazione dai soci stessi che pur privandosi della socialità, fonte di vita, hanno ben compreso che l’ordinanza è stata voluta proprio per tutelare loro stessi e le loro famiglie. Sono fiducioso sul fatto che anche gli sportivi più tenaci comprenderanno le ultime azioni intraprese. Le restrizioni di oggi, sono e saranno il salvavita per avere un domani.

Le farmacie e gli esercizi commerciali che distribuiscono beni alimentari sono stati molto frequentati negli ultimi giorni, quasi al limite delle possibilità. Voi, come amministrazione comunale, avete messo in rete diversi servizi utili alla cittadinanza: supporto psicologico, telesoccorso, prontospesa della Croce Rossa e consegna di farmaci agli anziani da parte delle farmacie del territorio. Tuttavia, come antidoto alla confusione generale, non crede che una dose in più di buon senso in ciascun cittadino possa servire? Bisogna restare a casa, affinché il contagio rallenti e lentamente la pandemia svanisca. 

Il buon senso si acquista con lo studio, con l’esperienza e con l’empatia. Non mi vergogno a dirle che ho versato lacrime qualche giorno fa quando ho visto le immagini di Bergamo. Bare su bare in fila; figli ai quali non è stato permesso, per motivi di sicurezza, di vedere il padre o la madre già morti. La fila dei camion dell’esercito, nel buio della sera e nel silenzio, credo che rimarrà testimonianza per le prossime generazioni. Restare con se stessi è qualcosa che impari consapevolmente sin da piccolo. Se non si ha la capacità di farlo è dura accettare restrizioni come quella di restare a casa e rinunciare all’iperattività alla quale la società 4.0 ci ha abituato. Ho letto alcuni interventi di recente dove si diceva che non bisogna imporre ma aumentare i controlli affinché le regole già in vigore siano rispettate. Non sono d’accordo, o meglio il principio è giusto ma in emergenza e per la tutela di tutti, se non emerge il valore della responsabilità collettiva, un politico deve avere coraggio, visione e determinazione e agire affinché i più deboli siano messi in protezione.

Vuole lasciare un messaggio alla sua comunità e a tutti coloro che leggeranno l’intervista su Lanterna?

Ho detto in vari modi di restare a casa e di diffondere solo notizie certe e prese da fonti autorevoli; di non contribuire alla diffusione delle fake news e di allarmismi inutili. Noto una curiosità, a volte espressa con rispetto e a volte morbosa, di sapere le generalità di chi è risultato positivo al coronavirus. Vorrei a gran voce ribadire che la caccia all’untore è una modalità che non aiuta nessuno. È necessario avere fiducia nelle istituzioni e nei protocolli certificati che si eseguono con molta attenzione. Sapere nome e cognome porterebbe la nostra società ad una guerra civile e morale senza precedenti. Per fortuna la nostra Costituzione e la normativa sulla privacy tutelano la dignità e la vita privata di ognuno di noi. Alla mia Comunità dico che ne usciremo, siamo una Comunità che ha affrontato diverse emergenze anche importanti ma che ha sempre saputo reagire con responsabilità e prontezza. Ora è il momento di seguire le regole, anche se dure, e di mettersi in sintonia con il dolore di chi, in questo momento, sta attraversando drammi familiari di inesauribile dolore. E, infine, e lo dico con molta franchezza, un grazie a voi giornalisti che state svolgendo un lavoro che si potrebbe definire “al fronte”. Mi auguro che il dopo pandemia veda  il nostro Governo intervenire seriamente su tutte quelle categorie che in Italia, nonostante il lavoro encomiabile che svolgono, sono sempre le ultime ad essere incluse in forme di sostegno e concrete. L’assistenzialismo non è mai una soluzione; le scelte di valore sì, lo sono e sempre.

3 Commenti

  1. Complimenti, un articolo utile alla nostra comunità. E’ proprio di una buona e seria informazione che abbiamo bisogno in un momento così difficile e buio.
    Grazie
    Simonetta Nardi

  2. Bravo Mimmo,complimenti e continua cosi’ auguri immenso per il tuo lavoro e per la tua vita.Un grande abbraccio dalla tua ex prof orgogliosa di esserlo stata.
    .

  3. che tu fossi un grande l’ho sempre saputo, anche se politicamente non ci siamo mai trovati d’accordo. ciao Marco & Olga

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