Giù dalla cattedra: La scuola ai tempi del Coronavirus

È passata una settimana dalla chiusura delle scuole in tutta Italia. Dopo un primo momento di festa, gli studenti sono stati ricondotti all’ordine. O meglio, al computer. O al tablet, o al cellulare. Hanno scoperto che i loro professori non si sono dimenticati di avere degli studenti e hanno scoperto cartelle strapiene di materiali dedicati a loro. La scuola italiana sta facendo uno sforzo enorme per rimanere in contatto con i suoi alunni. Con qualche pecca e qualche difficoltà oggettiva, chiaramente.

  • Raccomandiamo di non esagerare!

I tempi di attenzione dei ragazzi sono ridotti già in condizioni normali, figuriamoci ora che sono chiusi in casa con tutta la famiglia, bombardati da trasmissioni sulla pandemia 24 ore su 24. Oltretutto, spesso si condividono i personal computer con gli altri membri della famiglia: evitiamo di scatenare lotte famigliari all’ultimo mouse! Non esageriamo con il carico di compiti e non programmiamo troppe ore di diretta live. È bene ricordare che, in tempo di pandemia e sospensione delle attività didattica, nessuno ci sta chiedendo di fare come se fossimo a scuola in tempi non sospetti. Il MIUR parla di mantenere una continuità, non di assegnare materiale a ritmo di mitraglia.

  • Un aggancio con la realtà.

Vagliamo i programmi e le indicazioni nazionali e scegliamo argomenti adatti al momento, per peso e anche per tematica (se riusciamo). Scienze, geografia, letteratura italiana e straniera: sono tante le discipline connesse a quello che stiamo vivendo.

  • Una piattaforma per tutti!

Le pagine Facebook mostrano grande operosità da parte di tantissimi docenti. Tutti stanno sperimentando nuovi modi di fare didattica e si avvicinano a strumenti innovativi. Edmodo, GSuite, Teams, Hangouts, Telegram, Whatsapp, Youtube, Whiteboard, Weschool… l’elenco potrebbe essere potenzialmente infinito. Attenzione però: coordinarsi tra colleghi è essenziale! È bene scegliere una e una sola piattaforma per ogni classe, meglio ancora se per ogni scuola, ed è importante anche regolamentarne l’uso. Mettetevi d’accordo sugli orari delle dirette: non è utile per nessuno iniziare una diretta live con metà studenti perché l’altra metà sta guardando un’altra lezione. Ricordatevi di quando eravate studenti universitari: quante volte avete inveito contro i docenti che non si mettevano d’accordo e sovrapponevano gli orari delle lezioni?

  • C’è chi può…

È bene ricordare che, in questo momento, gli studenti italiano stanno subendo tutto il peso delle differenze economico-sociali. C’è chi è ben equipaggiato per affrontare la didattica digitale, sia in termini di competenze che di strumenti casalinghi, ma c’è anche chi non dispone di un Macbook per ogni membro della famiglia e si affida a Whatsapp o, quando va bene, al registro elettronico. Sperimentare è bello, ma nel farlo cerchiamo sempre di partire dalla situazione oggettiva della classe con cui ci rapportiamo. Programmate le attività (come dovremmo fare sempre) in base alla situazione di partenza.

  • Attenti al peso dei file!

Non tutte le piattaforme possono reggere carichi importanti. Cercate di ottimizzare le vostre possibilità di condivisione. Power point, file word e pdf vanno benissimo. Se utilizzate file audio per spiegare, caricateli a parte. Non è il massimo della comodità sbobinare un audio mentre si legge un power point, ma quantomeno l’efficacia del mezzo rimane.

  • Contatti umani.

I ragazzi hanno paura come noi e sono confusi più di noi. Molti di loro navigano tra la preoccupazione dei genitori, l’isteria dei programmi TV e la nostra presenza. Proprio per questo motivo, non riduciamo la nostra funzione all’assegno di attività. Non si smette di essere educatori solo perché si è dall’altra parte dello schermo. Confortiamo, spieghiamo consegne dubbie, scherziamo; magari condividiamo anche qualche articolo di giornale chiaro e affidabile. Parliamone con loro. In classe lo faremmo e non dobbiamo spaventarci perché abbiamo paura di sembrare meno efficienti se ci fermiamo a riflettere su quello che è, sotto ogni punto di vista, un fatto di cronaca che condizionerà le nostre vite a lungo.

  • Valutare?

Ogni collegio docenti si regola da sé. Niente vieta di valutare elaborati scritti e di organizzare interrogazioni orali in videoconferenza. Ci sono persone che hanno discusso la tesi in questa modalità, addirittura! Anche in questi casi, l’imperativo categorico è equilibrio.

  • I concorsi?

No, non è decisamente il momento di pensare all’abilitazione o al concorso ordinario. Mettete in pausa queste preoccupazioni e pensate a voi e alle vostre famiglie. Mantenetevi in contatto con gli studenti: ne hanno bisogno loro, ma anche voi.

Articolo a cura di Chiara Pinci e Francesca Martella

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here