L’Italia da anni a questa parte è stata proiettata verso un decentramento di alcune funzioni che non riguardano lo Stato solo a livello burocratico ma anche per alcune funzioni sociali, quali la sanità e la scuola.
Le scuole paritarie sono un pilastro della scuola italiana, esse forniscono un supporto per carenze didattiche, amministrative e logistiche che l’istituzione statale non riesce a colmare. Come potrebbe sopperire ai grandi problemi che il sistema dell’educazione potrebbe avere se il comparto delle scuole paritarie collassasse?
L’Istituto “Giovanni Falcone” fa la propria parte con docenti che assicurano la loro attività e si rendono vicini agli alunni tramite la didattica a distanza e interloquendo con le famiglie, da una parte, e comprendendo bene le difficoltà della realtà scolastica del loro Istituto che nonostante tutto vuole adeguarsi alle nuove esigenze in termini di sicurezza sia per gli studenti che per lo stesso personale. Ma sarà questo un adeguamento che faranno, o potranno fare, tutte le scuole paritarie? Giancarlo Maresca (la cui sensibilità nei confronti di Colleferro è stata anche lodata in questi giorni dal Sindaco Pierluigi Sanna sulla sua pagina facebook) intende investire in questo e lui, che ha dedicato la vita alla scuola, non ha solo una visione imprenditoriale ma soprattutto ha una coscienza che gli permette ed impone di guardare lontano: la scuola non dà solo un pezzo di carta necessario per lavorare o proseguire il lavoro (la vedesse così non si sarebbe adoperato in spese per innovazioni imposte da nuove esigenze sanitarie come quella che stiamo vivendo) la scuola forma i futuri cittadini, forma persone, ed è anche un’azienda che dà lavoro a persone. Ma, ci chiediamo, lo Stato fa altrettanto per le scuole paritarie? Considera veramente queste come parte funzionale alla macchina dello Stato cui le istituzioni di oggigiorno non possono?
