Il bilanciamento tra diritti fondamentali nel sistema italiano

Spesso ne sentiamo parlare, ma come funziona realmente?

La Costituzione riconosce e garantisce una pluralità di diritti, i quali tuttavia possono entrare in conflitto fra loro.

Il problema sorge quando i valori in questione non paiono in sé suscettibili di una secca affermazione o negazione, ma piuttosto di una ponderazione.

È proprio in questi casi che si parla di bilanciamento.

Si tratta di una tecnica di ragionamento giuridico impiegata dalle corti per risolvere questioni di costituzionalità in cui si registri un contrasto tra diritti o interessi diversi.

L’esempio pratico più immediato riguarda il bilanciamento tra il diritto di cronaca di un giornalista ed il diritto alla riservatezza di un qualsiasi personaggio pubblico.

Quando le corti costituzionali devono operare un bilanciamento tra interessi iniziali individuano l’interesse prevalente nel caso di specie e poi optano per la soluzione che, accordando tutela a questo, comporti le minori limitazioni per l’interesse contrastante.

Non è così facile operare un bilanciamento e, soprattutto, devono essere rispettate alcune regole generali importantissime.

Innanzitutto la necessità di bilanciare principi o diritti costituzionali ha come presupposto il fatto che questi abbiano il medesimo rango costituzionale e che vi sia una situazione in cui non possono essere soddisfatti contemporaneamente.

Il sacrificio di un diritto, o meglio la sua compressione, deve essere congrua rispetto al fine che la legge si prefigge, altrimenti si potrebbe incorrere in vizio di ragionevolezza.

Tale compressione deve essere altresì ragionevole e proporzionata, ossia non eccessiva. La proporzionalità, infatti, deve orientarsi nel senso di garantire il minor sacrificio possibile del diritto considerato come non prevalente.

Infine si deve comunque garantire e preservare il contenuto essenziale del diritto sacrificato come misura minima al di sotto della quale il diritto stesso risulterebbe violato.

Parlare di bilanciamento significa che i diritti e i principi costituzionali non vivono in isolamento, ma si trovano in una situazione di continua interazione potenzialmente conflittuale. In questo marasma di rapporti e sovrapposizioni nessun diritto può avere, in astratto, una posizione di supremazia gerarchica.

Se così fosse si verificherebbe un’illimitata espansione di un diritto rispetto agli altri e ciò porterebbe a conseguenze alquanto pericolose.

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