Il pensiero della settimana: esibirsi mostrando la vita

Il termine “esibizione”, derivante  dal latino  exhibēre “mettere in mostra”, è il fenomeno più diffuso dei nostri tempi.

Esibire e mettere in mostra: ma cosa?

Un tempo, per essere un vero esibizionista, dovevi compiere delle attività di grande manifestazione; non era così facile raggiungere gli altri, dare sfogo a tutte le tue qualità o presunte tali.

La minor diffusione di informazioni, suoni, testi e immagini rendeva molto più semplice meravigliarsi e molto più difficile conoscere qualcosa o venirne a contatto.

Oggi, invece, è così facile reperire tutto ciò di cui si ha bisogno, è di una semplicità disarmante mettersi in mostra. Chiunque di noi può farlo. Hai un talento? Tramite i social puoi manifestarlo. Pensi qualcosa che reputi sia di una qualche minima utilità per il prossimo? Puoi scriverlo. Sei convinto di essere una persona speciale perché giri il mondo e ti sei laureato? Hai trovato un lavoro o una fidanzatina, hai ottenuto un premio aziendale? Si, puoi manifestarlo.

Un tempo l’esibizione era un attività interconnessa al talento, alla follia e al genio. Era anche un atto di rivoluzione: basti pensare – per esempio – alle lotte contro i canoni sociali del buon vestire.

Uscivi in strada in inverno scollacciato, mostravi parte del tuo corpo, indossavi un capo fuori dall’ordinario, tingevi i capelli di blu ed era fatta.

Oggi, invece, si è perso completamente il valore sublime e la potenza che l’exhibēre portava con sé.

Oggi chiunque può manifestare la sua vita, chiunque può esibire i suoi successi ma nessuno vuole più rivoluzionare le convenzioni sociali.

Un tempo manifestare, mettere in mostra, esibire erano quasi atti sovversivi nella loro semplicità, al pari oggi avrebbe lo stesso valore il suo opposto, nascondere.

Oggi il vero atto rivoluzionario è quello di non mostrare troppo di sé e dare sfogo e valore solo a ciò che può essere un vero talento, oppure non mostrarsi affatto.

La poesia e l’importanza di esibire come atto di manifestazione e di messa in mostra di un tempo, oggi è riconducibile all’arte di mascherare ed occultare.

La vera rivoluzione la si fa bevendo il caffè in riva al mare, guardando il paesaggio e lasciando il cellulare nella tasca del giubbotto.

Paradossalmente, oggi, avendo tutto a portata di mano è anche più semplice essere sovversivi e rivoluzionari, anche senza compiere alcuna eclatante attività.

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