Il vaticanista: la preghiera nella quotidianità, per Papa Francesco è sostegno di vita

La catechesi continua sul tema della preghiera

Ancora dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, lo scorso mercoledì 10 febbraio 2021, Francesco ha tenuto la canonica udienza generale. Dopo aver parlato della preghiera e della sua correlazione alla Divina liturgia della messa nell’udienza della scorsa settimana, in questa occasione invece Papa Francesco ha evidenziato come dalla preghiera comunitaria, la liturgia, l’orazione torni e ritorni sempre alla quotidianità. È nei fatti della vita quotidiana, appunto, che ad avviso del pontefice, prosegue il dialogo con Dio, la preghiera per eccellenza.

E pochi giorni prima di San Valentino il sommo pontefice fa un paragone molto romantico: “chi prega è come l’innamorato – dice il Papa –  che porta sempre nel cuore la persona amata, ovunque si trovi.”

Bergoglio, poi, menziona direttamente il numero 2660 del Catechismo della Chiesa Cattolica: “Pregare negli avvenimenti di ogni giorno e di ogni istante è uno dei segreti del Regno rivelati ai “piccoli”, ai servi di Cristo, ai poveri delle beatitudini. È cosa buona e giusta pregare perché l’avvento del Regno di giustizia e di pace influenzi il cammino della storia, ma è altrettanto importante “impastare” mediante la preghiera le umili situazioni quotidiane. Tutte le forme di preghiera possono essere quel lievito al quale il Signore paragona il Regno.

Il Papa conclude sostenendo che l’essere umano è equiparabile come un soffio, o come un filo d’erba, citando espressamente il Libro dei Salmi, dell’Antico Testamento (144,4; 103,15). Poi collega la metafora veterotestamentaria con il grande filosofo Blaise Pascal: “Non serve che l’universo intero si armi per schiacciarlo; un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo”, così sosteneva nei suoi “Pensieri”. Con tali spunti di riflessione, Francesco sostiene che tutti noi, compreso egli stesso, tutti gli uomini e donne, siamo esseri fragili, ma sappiamo pregare. Ed ecco ancora l’auspicio di una preghiera che sfiora la quotidianità: “questa è la nostra più grande dignità, anche è la nostra fortezza”, incoraggia il Vescovo di Roma. Invita tutti noi a pregare in ogni momento e circostanza, perché il Signore è sempre vicino agli “uomini amati dal Signore”, come dice il recente nuovo Messale Romano riformato, che con tale espressione sostituisce quela forse più elitaria dell’antica formula (“pace in terrà agli uomini di vuona volontà”, oggi è infatti sostituito con “pace in terra agli uomini amati dal Signore”, e tutti gli uomini sono amati da Lui!). Il Papa rassicura il suo ascoltatore dicendo che quando una preghiera proviene dal cuore del’uomo ed è rivolta al Cristo, allora tale orazione sincera ottiene miracoli.

IL DUPLICE APPELLO SUL MONDO

Dopo la catechesi sulla quotidianità della preghiera, il Papa rivolge due appelli. Il primo si rivolge con sincera vicinanza alle vittime della calamità accaduta pochi giorni fa nel nord dell’India, ove parte di un ghiacciaio si è staccata provocando una violenta inondazione. Bergoglio spiega che tale fatto “ha travolto i cantieri di due centrali elettriche. Prego per gli operai defunti e per i loro familiari, e per tutte le persone ferite e danneggiate.” Il secondo appello in generale è rivolto a quegli uomini che nell’Estremo Oriente e in varie parti del mondo, il prossimo venerdì 12 febbraio, celebreranno il Capodanno lunare: “a tutti loro e alle loro famiglie desidero inviare il mio cordiale saluto, unitamente all’augurio che il nuovo anno porti frutti di fraternità e solidarietà. In questo particolare momento, nel quale forti sono le preoccupazioni per affrontare le sfide della pandemia, che tocca non solo il fisico e l’anima delle persone ma influisce anche sulle relazioni sociali, formulo l’auspicio che ognuno possa godere di piena salute e di serenità di vita. Mentre invito, infine, a pregare per il dono della pace e di ogni altro bene, ricordo che essi si ottengono con bontà, rispetto, lungimiranza e coraggio, non dimenticando mai di avere una cura preferenziale verso i più poveri e i più deboli.”

IL SALUTO IN LINGUA ITALIANA

Infine il Vescovo di Roma rivolge un saluto di cuore ai fedeli di lingua italiana: “in una società che continua ad essere lacerata da contrasti e divisioni, siate segno di un progetto di riconciliazione e di fraternità che affonda le sue radici nel Vangelo e nell’aiuto indispensabile della preghiera.” Analogamente, un ultimo suo pensiero è stato rivolto agli anziani, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, ai quali il Papa promette la propria preghiera. E poi chiude: “l’11 febbraio (ndr) celebreremo la memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes. Vi auguro di imitare la Madonna nella piena disponibilità alla volontà di Dio. Grazie.”

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