IMOLA: weekend al MAX

Dopo i primi tre appuntamenti stagionali, in vista di Imola, il primo sul suolo europeo, tutto lasciava presagire ad una comoda vittoria Ferrari, ma si sa che le previsioni sono fatte per essere disattese e, difatti, il weekend che ha visto il debutto per quest’anno la sprint race è andato in tutt’altra direzione.

Arrivate al venerdì, le squadre hanno ritrovato più o meno i valori in campo di Albert Park, con Ferrari mostruosa in condizioni di bagnato e una Red Bull in apparente difficoltà, ma tutto ha iniziato a prendere una piega diversa già dalle qualifiche del pomeriggio, dove Sainz è andato a muro e Leclerc si è dovuto arrendere ad un ottimo giro di Verstappen e a una bandiera rossa che non  gli ha permesso di chiudere il giro. Giunti al sabato, la sprint è stata avvincente, con il monegasco che in partenza ha preso la posizione su Max, mentre Sainz ha iniziato la sua personale rimonta sul gruppo: a due giri dalla fine Max ricuce lo svantaggio e supera Charles, un po’ in sofferenza con il graining all’anteriore destro, mentre Carlos chiude la sua rimonta al quarto posto, lasciando apertissima la sfida Red Bull – Ferrari in vista di domenica.

The race

I piloti si sono svegliati domenica con un temporale che si è abbattuto incessantemente sul circuito fino a circa un’ora dalla partenza, cosa che ha messo un po’ in crisi la scuderia di Maranello: infatti, la Ferrari, rispetto alla rivale Austriaca, ha sicuramente una macchina più bilanciata, ma con un’efficienza aerodinamica minore, tanto che a DRS chiuso RB è stata più veloce di 10 KM/h, e, sopratutto, non è così veloce come Red Bull a mettere in temperatura le gomme, fattore che in situazioni borderline come questa può rappresentare un potenziale svantaggio.

Parlando della gara, il primo grande colpo di scena avviene proprio in partenza, perché le rosse partono male e, dopo la prima curva, la gara di Sainz termina nella ghiaia a seguito del contatto con Ricciardo, che involontariamente lo ha tamponato e spinto fuori: non va meglio a Leclerc, che pattina tantissimo in seconda marcia e viene sopravanzato da Perez e Norris.

Dopo qualche giro di sofferenza Charles riesce a riprendere la posizione su Norris e si mette all’inseguimento degli alfieri della scuderia austriaca, ma nel momento in cui aveva un passo migliore del messicano la velocità di punta, ed un’inspiegabile ritardo di circa 10 giri per autorizzare l’uso del DRS, non gli hanno permesso di sorpassare il pilota messicano, che tanto bene si è comportato nonostante l’estenuante pressione subita dal monegasco per circa il 90% della gara.

Il secondo colpo di scena arriva a 13 giri dalla fine, quando lo stesso Leclerc, che le stava provando davvero tutte per ridurre il gap, sale praticamente con quasi tutta la macchina sul dissuasore nella prima delle due curve alla “Gresini” (ex “Variante Alta”) e finisce in testacoda, dovendo rinunciare al podio e alle speranze di mettere una pezza ad un weekend decisamente no. Per dovere di cronaca, la corsa si è conclusa con una vittoria agevole, ma di grande esperienza di Verstappen, che ha dimostrato il perché è campione del mondo in carica, seguito dal compagno Perez e da Lando Norris, al primo podio quest’anno con una McLaren che, se non affronta il caldo, si dimostra essere un’ottima monoposto; ai piedi del podio troviamo George Russell, che sta facendo i miracoli con una monoposto veramente difficile da guidare.

Ferrari: niente panico

Non sarà di certo il primo weekend storto dall’inizio del campionato a mandare in crisi l’avvio quasi perfetto della scuderia di Maranello, ma c’è da dire che il weekend di casa è stato il primo vero stress-test della stagione.

Tante sono le ipotesi attorno al negativo fine settimana appena trascorso da Ferrari, ma sicuramente nessuna è quella preponderante, visto che, sopratutto dopo aver visto la gara, la Red Bull si è dimostrata superiore in quasi tutte le condizioni. Andando per gradi, innanzitutto Ferrari non ha portato nuove soluzioni, montando soltanto il diffusore provato in Australia due settimane prima e posticipando qualsiasi altro discorso aggiornamenti a Miami/Barcelona; va inoltre sottolineato come il setup trovato per la sprint e la gara non sia stato quello ideale, visto che al sabato Charles ha avuto molto degrado nell’anteriore destra e domenica le cose non sono cambiate di molto; proseguendo, ha sicuramente inciso l’errore al primo pitstop di Leclerc, durato 3.7 secondi, che non gli ha permesso di stare davanti al messicano e che avrebbe potuto dar via a tutta un’altra gara. Per chiudere, un discorso, seppur minimo, va fatto sulla velocità di punta della F175, troppo più bassa rispetto a RB, che domenica non ha permesso a Leclerc di attaccare Perez nei frangenti in cui il DRS non era ancora attivo.

Red Bull: weekend al MAX

Dopo lo schiaffo di Albert Park, alla Red Bull serviva una scossa e il weekend italiano è stato proprio quello che gli ingegneri di Milton Keys andavano cercando. L’arrivo del nuovo fondo, molto più leggero, ha migliorato non poco le prestazioni della monoposto, consentendo a Max e Checo di poter guidare agilmente e senza troppe difficoltà attorno alle tortuose curve di Imola.

Dopo le fp1, la RB è salita di tono molto repentinamente, rispondendo sia sul giro secco, sia sul passo gara, alla Ferrari e dimostrando una gestione delle gomme molto migliore rispetto a quella di due settimane fa; inoltre, l’uscita prematura di Sainz e le difficoltà Ferrari hanno permesso ai tecnici di massimizzare il pacchetto a disposizione e di gestire del primo all’ultimo giro un weekend in cui Verstappen ha preso il massimo dei punti disponibili, cosa che ha permesso alla Red Bull di accorciare non di poco su Ferrari in classifica costruttori e a Max di ribadire, come se ce ne fosse bisogno, che lui è il numero 1.

Mercedes: gioie e dolori

Weekend dolce-amaro per la Mercedes, che ha visto Russell lottare ed arrivare quarto mentre, dall’altra parte del box, c’è stata la debacle clamorosa di Hamilton, arrivato tredicesimo e per 3/4 di gara bloccato dietro a Gasly.

La scuderia di Brackely, arrivata ad Imola senza grandi rivoluzioni, sta cercando ancora di trovare il bandolo della matassa con un progetto decisamente estremo, che sta dando più di qualche grattacapo ad ingegneri e piloti: tolto Hamilton infatti, che sembra quello più in difficoltà, non vivono una situazione leggera anche gli ingegneri, i quali non riescono a venire a capo ai tanti problemi che affliggono le frecce d’argento: l’auto ha poco carico, tantissimo porpoising e bouncing che non diminuisce al calare della velocità e ciò non permette di erogare la potenza in maniera ordinaria e l’equilibro generale della monoposto in curva è decisamente compromesso.

Tra Miami e Barcelona dovrebbe arrivare qualche altro piccolo step evolutivo, ma con la presenza ingombrante del budget cup, Mercedes non sembra poter risolvere in breve tempo queste problematiche.

Next stop: Miami

Per il prossimo appuntamento le scuderie si ritroveranno in quel di Miami per il primo GP della Florida e primo appuntamento dei due sul suolo statunitense: per questo weekend Mattia Binotto ha già annunciato qualche novità, tra cui un nuovo fondo provato nei test Pirelli successivi al GP di casa e una nuova ala posteriore, anche se il grosso di questa prima fase di sviluppo arriverà a Barcelona, con l’introduzione dell’ibrido aggiornato, mentre Red Bull proseguirà con la sua cura dimagrante per cercare di pareggiare il livello delle prestazioni Ferrari; più complicato il discorso per Mercedes, che non potrà muoversi chissà quanto se non risolve prima i problemi gravi che affliggono la W13.

Grandi aspettative ci saranno invece su Bottas, che ha chiuso quinto ad Imola con un’Alfa Romeo molto in crescita e che spera di ritrovare competitività anche in Zhou, arrivato p15; molta curiosità si profila attorno a McLaren, che deve dare la controprova della buona prestazione messa in pista in Italia.

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