La guerra in Ucraina continua, il conflitto arriva a Kiev: la denuncia di Zelenskyy e le risposte dell’Europa

Non si ferma l’avanzata delle forze militari russe in Ucraina. Ventiquattro ore dopo l’ordine dato dal presidente russo Vladimir Putin di avviare un’operazione militare speciale per la demilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina, le sirene antiaeree continuano a suonare sul suolo ucraino.

L’APPELLO-DENUNCIA DI ZELENSKY

Nella notte fra giovedì e venerdì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato nuovamente alla nazione, dopo la prima giornata di conflitto: “Sono a Kiev, ma io resto qui. Forze nemiche di sabotaggio sono entrate nella città” avrebbe annunciato Zelensky secondo quanto riportato da il Kyiv Independent.

Secondo quanto riportato da Ansa, il presidente ucraino ha dichiarato che dall’inizio dell’invasione russa 137 militari ucraini sono stati uccisi e 316 sono rimasti feriti.

L’intervento di Zelensky si è poi rivolto alla comunità internazionale, in un appello affinché l’Ucraina non venga lasciata da sola contro la stretta della Russia, denunciando come le misure politiche, economiche e militari adottate dalla NATO siano state insufficienti: “Questa mattina difendiamo il nostro Stato da soli. Come ieri, le forze più potenti del mondo stanno guardando da lontano. La Russia è stata convinta dalle sanzioni di ieri? Sentiamo nel nostro cielo e vediamo sulla nostra terra che questo non è bastato” ha dichiarato lo stesso Zelensky in un videomessaggio.

LA RISPOSTA DELLA NATO

Appello raccolto dalla stessa comunità internazionale e dai paesi membri della NATO, i quali continuano a tentare la costruzione di una strada diplomatica, che non preveda un’offensiva militare contro la Russia.

Il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden durante la conferenza stampa di giovedì sera aveva detto: “Domani vertice Nato degli alleati e dei partner. Rinforzeremo ogni aspetto della Nato. Non ci impegneremo in un conflitto in Ucraina. Difenderemo i territori Nato con la massima forza. Rispetteremo l’art.5, migliaia di nostri uomini inviati in Polonia e nei baltici”.

La risposta dell’Europa è arrivata dopo il Consiglio europeo straordinario riunito giovedì alle ore 20:00, durato 6 ore.

La presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen ha dichiarato che le sanzioni adottate hanno “colpito il 70% finanza russa”: “Concordato un pacchetto di sanzioni che riducono l’accesso della Russia ai più importanti mercati dei capitali. Ci rivolgiamo al 70% del mercato bancario russo, e alle principali società statali, compreso il settore della difesa” ha aggiunto la presidente della Commissione al termine del Consiglio.

Al termine del vertice si è espresso anche il premier spagnolo Pedro Sanchez, secondo quanto riportato da Televideo: “Le sanzioni che abbiamo concordato e  che saranno approvato nella mattina sono all’altezza della drammaticità della situazione – ha poi aggiunto – È un pacchetto massiccio proporzionato alla gravità della situazione”.

Sulle misure adottate dall’Europa e dall’America si è espresso anche l’ex premier italiano Romano Prodi: “Le sanzioni sono inevitabili, ma (…) il loro impatto sarà del tutto asimmetrico. Costerebbero molto all’Europa e in particolare all’Italia e alla Germania. Costerebbero invece molto meno agli Stati Uniti che le stanno chiedendo con forza, ma non hanno con la Russia gli stessi nostri rapporti di scambio”.ha dichiarato Prodi al Corriere della Sera, in una nota riportata da Televideo.

L’AVANZATA RUSSA

Intanto nel corso della notte tra giovedì e venerdì l’Ucraina ha  ha perso il controllo dell’ isola dei serpenti, nel Mar Nero, a circa 45 km dalla costa della Romania: “L’isola dei serpenti è stata presa”, ha affermato la Guardia costiera Ucraina, aggiungendo di aver perso i contatti col personale ucraino. 13 guardacoste sarebbero stati uccisi dai russi nel tentativo di difendere l’isola, si legge in una nota.

Una morsa sempre più stretta attorno all’Ucraina, partita da ieri lungo il confine tra il paese e la Russia, e che adesso ha portato il conflitto alle porte di Kiev, capitale dell’Ucraina.

Forze russe entrare in Ucraina dalla Bielorussia sono giunte a circa 32 km da Kievhanno riferito alcuni dirigenti della Casa Bianca, secondo quanto riportato dalla Cnn e ripreso da Ansa. “L’obiettivo di Mosca è accerchiare Kiev e ribaltare il governo” si legge nella nota ripresa dall’agenzia stampa.

Già nelle prime ore del mattino di venerdì, i media locali hanno riportato la notizia di “un attacco aereo con missili e armi pesanti che ha colpito nella notte la capitale ucraina Kiev”, aggiungendo come “la difesa aerea della città ha respinto con successo l’assalto”.

Sulla vicenda è intervenuto subito il sindaco della capitale Vitali Klitschko: “Gli edifici, situati nella parte orientale della città sono andati a fuoco e tre persone sono rimaste ferite, una delle quali versa in condizioni critiche”.

Ma i combattimenti nella capitale non si sono arrestati con il sorgere del sole e secondo quanto riportato da diversi media locali, sarebbero ancora diversi gli spari a edifici governativi o in alcuni quartieri della città, come quello settentrionale di Oblonsky.

LE PAROLE DI MARIO DRAGHI

Le immagini a cui assistiamo, di civili costretti a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane sono terribili, e ci riportano ai giorni più bui della storia europea” ha affermato il presidente del Consiglio Mario Draghi durante l’informativa urgente alla Camera dei Deputati.

L’Italia condanna con assoluta fermezza l’invasione, che giudichiamo inaccettabile. L’attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno stato libero e democratico, dei trattati internazionali, e dei più fondamentali valori europei”.

Alla luce della chiusura dello spazio aereo e della situazione critica sul terreno stiamo pianificando in coordinamento con le principali ambasciate dell’Unione europea un’evacuazione in condizione di sicurezza”. Un punto fondamentale sottolineato da Draghi, che funzioni come un appello all’intera Ue per pensare a una strutturata gestione di un piano profughi dall’Ucraina per i civili coinvolti nel conflitto.

Draghi ha poi parlato sottolineato l’urgenza dell’Italia di pensare a un piano per migliorare la capacità di rigassificazione e la produzione di gas nel nostro paese, a discapito delle importazioni da altri paesi, aprendo quindi la strada a una maggiore indipendenza energetica per l’Italia.

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