Lanterna InDiritto, intelligenza artificiale: opportunità o rischio?

Il mondo odierno viaggia ad una velocità irrefrenabile in termini di cambiamenti tecnologici. Siamo spettatori di come, di anno in anno, vengano presentati nuovi device, televisori, apparecchi per rendere le case interconnesse (o domotiche).

Dopo una parentesi che ha riguardato il tema del Metaverso – una realtà virtuale che potrà affiancarsi ad internet, e le sue distorsioni – negli ultimi giorni il dibattito si è spostato in àmbito di intelligenza artificiale.

Infatti, basta consultare un motore di ricerca come Google, per capire che è uno degli argomenti più cliccati ultimamente, venuto alla ribalta tramite la nota applicazione di intelligenza artificiale ChatGPT, rilasciata a fine 2022 e capace di conversare con un essere umano. Basti pensare che, nei soli primi due mesi di esistenza, ha totalizzato 100 milioni di utenti.

Le potenzialità di una tale tecnologia sono abnormi: conversa come un essere umano, è in grado di far calcoli, di ragionare, apprendere, pianificare e creare. Dopo il lancio dei ChatGpt, di cui è proprietaria OpenIA, un’organizzazione il cui scopo di lucro è appunto la ricerca e la promozione dell’intelligenza artificiale, si sono susseguiti gli ingressi delle Big Tech in tale settore, con investimenti a suon di miliardi, tra i quali su tutte Microsoft e Google – quest’ultima richiamando addirittura i fondatori Larry Page e Sergey Brin.  

A scanso di equivoci, in un certo modo, già gli assistenti virtuali dei nostri smarthphone sono precursori di un tipo di Intelligenza Artificiale, tuttavia in questo caso si parla di qualcosa elevato ad una potenza infinita.

L’uso che si può fare dell’IA è incommensurabile: nuovi modelli di lavoro; nuove tecnologie di sanità, laddove, introducendo algoritmi, l’intelligenza artificiale sarebbe in grado di scovare tumori ed individuare le terapie più adeguate; nel mondo giuridico e nella vita di tutti i giorni.

Risvolti etici, morali, sociali, giuridici

Ciò comporterà, inevitabilmente, il sorgere di nuove problematiche, nuove domande, nuove questioni etiche, morali e sociale, non da ultimo giuridiche, perché è chiaro che, prendendo spunto da un noto film di supereroi, “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Infatti, per esempio, se in un mondo del lavoro già profondamente cambiato da un’Industria 4.0, dove robot eseguono lavori di un essere umano, come verrà impiegata l’intelligenza artificiale. Sarà di aiuto, o soppianterà definitivamente l’uomo, costretto a reinventarsi e trovare nuove occupazioni? Ancora, nel settore sanitario, ben venga l’utilizzo di tale IA per la scoperta e la terapia di malattie oncologiche, purché i dati della privacy siano tutelati; ed è qui che si affacciano i cosiddetti dati sintetici, che non presentano elementi in grado di riconoscerli, a meno che l’algoritmo sia adeguatamente impostato.  E, non da ultimo, il rapporto dell’Intelligenza Artificiale, con i minori: il Garante per la privacy ha disposto la limitazione del trattamento dei dati di una società statunitense la quale produce e gestisce una applicazione, una nota chatbot, di nome Replika, dotata di interfaccia virtuale e scrittura basata su IA, che generava un amico “virtuale”, e ciò perché “l’applicazione presenta concreti rischi per i minori d’età, a partire dalla proposizione ad essi di risposte assolutamente inidonee al loro grado di sviluppo. L’amico “virtuale” – presentato come in grado di migliorare il benessere emotivo dell’utente, aiuterebbe l’utente a comprendere i propri pensieri e calmare l’ansia, attraverso la gestione dello stress, la socializzazione e la ricerca dell’amore – ha caratteristiche che – spiega il Garante – intervenendo sull’umore della persona, possono accrescere i rischi per i soggetti ancora in una fase di sviluppo o in stato di fragilità emotiva”. Le preoccupazioni non mancano neanche nel mondo della Scuola, dove ci si chiede come sarà impiegata, e quali risvolti potrà avere con la possibile copiatura dei compiti scritti, e le implicazioni dovute alla lora valutazioni.

Nel panorama giuridico, dopo un primo tentativo di affiancare, in una causa americana riguardante una multa, l’imputato alla Intelligenza Artificiale, la quale avrebbe suggerito cosa dire tramite cuffie, vi è stato il passo indietro e non se n’è fatto più nulla. La quaestio, qui in Italia, forse non sarebbe stata neanche dibattuta, poiché l’articolo 24 della nostra Costituzione stabilisce che il diritto di difesa è inviolabile, e, di conseguenza, nel ruolo di difensore tecnico deve esserci un avvocato umano.

Considerazioni conclusive

L’intelligenza artificiale sicuramente prenderà il sopravvento, anche nel dibattito geopolitico, dove anche le grandi Potenze si dimeneranno nel trovare l’intelligenza Artificiale più vicina al ragionamento dell’Uomo. Tant’è, ad esempio, che la Commissione dell’Unione Europea ha presentato l’Artificial Intelligence Act, una bozza legislativa, la quale prevede quattro livelli di rischi connessi ad ess: si va da quello “minimo” a  quello “inaccettabile”, ed in quest’ultimo dovrebbero rientrare tutti i testi che potrebbero minare la normativa vigente dell’UE.  Infatti, il commissario per il mercato interno e i servizi dell’Unione europea, Thierry Breton, a Reuters, ha affermato: “Come mostrato da ChatGPT, le soluzioni dell’Intelligenza Artificiale possono offrire grandi opportunità per aziende e cittadini, ma possono anche comportare rischi. Ecco perché abbiamo bisogno di un solido quadro normativo per garantire un’IA affidabile basata su dati di alta qualità. Le persone devono sapere che è un robot e non una persona”.

Tuttavia, essa non potrà mai sostituire pienamente l’essere umano, perché è totalmente scevra di Coscienza, Sentimento ed Emozioni.

Articolo precedenteIran: 44 anni di regime
Articolo successivoIl pensiero della settimana: la violenza non è amore
Luca De Laurentiis
Laureato in Giurisprudenza presso l'Università Roma Tre, con una tesi dal titolo "La fideiussione del socio, del consumatore e del familiare", relatore Prof. Andrea Zoppini. Ho svolto la pratica forense, occupandomi principalmente di diritto civile e diritto amministrativo, in uno studio legale a Roma. In attesa di svolgere l'esame di abilitazione all'esercizio della professione forense. A maggio 2023, ho conseguito il Master di secondo livello in "Diritto d'impresa" presso la Luiss School of Law - Università Luiss Guido Carli, discutendo un elaborato dal titolo "La lista del c.d.a. uscente: il «naufragar» di un disegno di legge", relatore Prof. Andrea Palazzolo. Inoltre, collaboro con le riviste giuridiche online GiurisprudenzaSuperiore.it e Diritto del Risparmio, per le quali annoto pronunce della giurisprudenza di merito e di legittimità. Per LanternaWeb curo la rubrica "Lanterna InDiritto", e mi occupo di politica. Appassionato di sport, lettura e arti marziali.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here