Le discoteche tra crescita economica e forme di violenza

La discoteca è uno dei luoghi più frequentati dalla popolazione giovanile italiana. I locali notturni sembrano essere necessari soprattutto per i ragazzi della fascia d’età compresa tra i 15 e i 25 anni che, frequentemente, vi si recano, rappresentando un luogo che offre loro la possibilità di incontrare persone della stessa generazione con cui condividere gusti, passioni ed interessi.

I locali notturni: grande opportunità per l’economia italiana

Negli ultimi anni, a causa della pandemia, le discoteche sono state uno dei settori maggiormente colpiti, costrette a restare chiuse per due anni esatti, da marzo 2020 a febbraio 2022.

Questa situazione, oltre ad aver portato grandi danni economici e, quindi, alla chiusura di molte attività che non sono riuscite a fronteggiare la crisi, ha anche inciso sui giovani che, a livello psicologico, ne hanno maggiormente risentito.

Con la loro riapertura, sempre più giovani nei weekend hanno ripreso a fare le ore piccole nei locali notturni. Quest’ultimo punto, se riflettuto a fondo, sembra essere una grande opportunità per l’Italia a livello economico.

Se pensiamo che il costo di un ingresso in discoteca ammonta all’incirca a 15 euro, aggiungendo ulteriori spese – quali ad esempio quello per il guardaroba e per le bevande consumate all’interno ogni frequentatore arriva più o meno a spendere 30 euro a serata, cifra che, moltiplicata per tutti i presenti, costituisce un introito notevole. Inoltre, della riapertura delle discoteche ne beneficiano indirettamente anche i mezzi di trasporto pubblico.

Il nostro Paese conta annualmente milioni di giovani turisti che, soprattutto durante la stagione estiva, raggiungono mete gettonate come Rimini, Riccione e Gallipoli per passare del tempo con i propri amici. In queste città il divertimento è assicurato e, spesso, per raggiungere i locali notturni ci si avvale di taxi o autobus. I locali molte volte sono distanti dal centro e non è possibile raggiungerli a piedi, ma molti giovani preferiscono non utilizzare la propria auto, anche per non incorrere in eventuali sanzioni previste dal Codice della Strada, in caso di controlli sul tasso alcolemico.

Per il settore turistico, sono significative le parole di Maurizio Pasca, presidente del Silb, il Sindacato italiano dei locali da ballo, il quale, durante un Congresso nazionale dallo stesso presieduto, ha dichiarato che: “Il dato economico evidenzia come il turismo, nella sua crescita, sia strettamente collegato all’offerta di intrattenimento che deve diventare sempre di più giovane e dinamica per agganciare quella popolazione di viaggiatori che oltre all’arte e ai beni artistici cercano il divertimento.”, confermando ulteriormente la circostanza che i locali notturni rappresentano un motore per la crescita economica del Paese.

Le forme di violenza: l’altra faccia della medaglia

Non sempre però le discoteche sono luogo di esclusivo divertimento e svago. Frequentemente media e giornali riportano notizie sulle varie forme di violenza che accadono all’interno dei locali italiani collocati nel Nord e nel Sud della penisola, senza distinzioni. “Rissa fuori dalla discoteca, Giuseppe in coma a 19 anni”; “Torino: rissa fuori da una discoteca tra due gruppi, 23enne accoltellato”; “Castelli, incubo baby gang: risse, rapine, vandalismi e scippi in discoteca”: questi sono solo tre dei tanti titoli, riportati rispettivamente da «Il Gazzettino», «Quotidiano Piemontese» e «Il Messaggero», che ci mostrano come i luoghi di divertimento sono spesso teatro di risse, aggressioni e violenze.

Situazione questa che desta forte preoccupazione sia nelle famiglie che nell’opinione pubblica, e che spinge a interrogarsi  sulle cause e sulle possibili soluzioni da adottare per arginare il fenomeno.

Le discoteche sono luoghi in cui le risse spesso scoppiano per motivi banali, come ad esempio uno sguardo di troppo o un cocktail rovesciato per sbaglio sulla camicia di qualcuno; episodi che, seppur futili, spesso vengono amplificati dal consumo eccessivo di alcool e droghe da parte di alcuni ragazzi.

Se molti giovani si recano in discoteca con l’intento esclusivo di ballare, socializzare, conoscere gente e quindi divertirsi, è pur vero che altri arrivano già male intenzionati e così, qualsiasi cosa accade diventa un pretesto per scatenare risse e violenze.

Negli anni passati, è stato anche stilato un protocollo da parte del Ministro dell’Interno e le Associazioni SILB-FIPE, ASSO Intrattenimento e FIEPET Confesercenti sulla tutela della sicurezza nelle discoteche. I punti principali del protocollo sono il promuovere delle iniziative per le discoteche sicure, favorire la realizzazione di campagne informative e di sensibilizzazione rivolte ai giovani e promuovere l’installazione, all’interno dei locali e agli ingressi, di apparati di videosorveglianza gestiti dai titolari degli esercizi tramite i citati addetti ai servizi di controllo.

Una possibile soluzione

Indubbiamente, le discoteche rappresentano per i giovani un luogo di divertimento straordinario e di socializzazione, con un importante introito  economico che coinvolge un indotto molto ampio (personale, trasporti etc.. ) ma gli episodi di violenza e delinquenza che spesso accadono, sia all’interno che all’esterno dei locali, richiedono l’adozione di misure serie ed adeguate.

Una soluzione, già adottata negli stadi, potrebbe essere il divieto di far entrare coloro che si sono resi responsabili di risse e violenze all’interno di un locale. Tutto ciò però richiede una collaborazione da parte dei  gestori dei locali, che potrebbero non mostrarsi disposti a negare l’ingresso a possibili clienti o ad avvertire le autorità in caso di sospetta violenza, sia per la perdita economica connessa ai mancati ingressi sia per la paura di eventuali ritorsioni.

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