Lucia Azzolina ancora nell’occhio del ciclone: insinuazioni sul concorso presidi

Il 2020 non è un anno facile per nessuno, ma a Lucia Azzolina serve una scorta di amuleti: è di questi giorni una notizia che sta sollevando l’ennesimo polverone attorno al ministro dell’istruzione.

La storia, stavolta, non riguarda le polemiche sulla riapertura delle scuole: arriva da lontano, dal 2017 per la precisione, quando il ministro non era ancora ministro e nemmeno deputato della Repubblica. All’epoca, Lucia Azzolina si iscrisse al concorso per un posto da dirigente scolastico.

Nel corso del 2018 e del 2019 la procedura inizia e si conclude, e Lucia Azzolina si piazza al posto numero 2543, come idonea non vincitrice. I posti assegnati nell’estate del 2019, sono 2000. Intanto, però, da semplice deputata della commissione istruzione, la Azzolina entra nel governo Conte Bis come ministro della pubblica istruzione.

Sbaglia chi parla di conflitto di interessi, da questo punto di vista: come avrebbe potuto il futuro ministro prevedere, nel 2017, tutte le vicende politiche che l’avrebbero condotta al palazzo di Viale Trastevere? Nessun concorso pubblico è proibito a chi si interessa di politica o si candida per una carica; anzi, se si ottengono una carica parlamentare e, contestualmente, un posto nella Pubblica Amministrazione (come quello da preside), scatta automaticamente l’aspettativa non retribuita.

A febbraio, grazie al decreto “Milleproroghe 2020”, il ministero della pubblica istruzione procede con ulteriori cinquecento assunzioni dalla graduatoria di merito.

A marzo però, in seguito a ricorso, il concorso per dirigenti scolastici è stato annullato formalmente dal Tar per vizi di forma. Tra gli atti esaminati, figurano elaborati con valutazioni incongruenti e verbali magici, che attribuiscono agli esaminatori il dono dell’ubiquità (ad esempio, c’è chi figura nella commissione ma, contemporaneamente, firma atti del consiglio di istituto o del consiglio comunale).

Mentre il ministero impugna la sentenza del Tar, qualcuno obietta e osserva che forse Azzolina sta facendo scorrere la graduatoria a proprio favore. La prassi dello scorrimento di graduatoria, però, è largamente condivisa nelle procedure concorsuali. Inoltre, in altre occasioni sono state portate avanti assunzioni nonostante il Tar si fosse pronunciato negativamente sulle procedure concorsuali. Niente di nuovo sotto il sole.

Con ogni probabilità, stavolta Lucia Azzolina non può dire altro se non quello che continua a ripetere a giornalisti e detrattori: a pronunciarsi deve essere la magistratura, che ha avuto accesso a tutti gli atti necessari per stabilire il da farsi. Per sapere che ne sarà del concorso per dirigenti, resta da attendere il 15 ottobre, il giorno in cui il Consiglio di Stato si esprimerà sulla sentenza di annullamento del TAR.

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