Mani LEGAte

Potrebbe essere benissimo il titolo di un film drammatico, ma non fatevi ingannare: la realtà non è un film, anche se non ci si discosta poi di molto. In fondo, suspense, adrenalina e repentini colpi di scena rispondono all’appello durante il periodo più travagliato di un’Italia che della dolce vita di una volta conserva esclusivamente un nostalgico ricordo. Nel 2020 di dolce, per l’appunto, c’è quello fatto in casa, preparato con amore e solerzia e riprodotto in quantità industriali, mentre di vita come sempre ve n’è una sola, unica ed irripetibile, da preservare e difendere dalle insidie di un virus che corre indisturbato tra i vicoli di storiche città semideserte, accarezzate da un timido vento solitario e dal cinguettio primaverile della natura.

Nessun mistero da risolvere, nessuno sparo pronto ad interrompere il silenzio del mondo esterno. La trama si costruisce nei palazzi, non tanto in quelli comuni quanto in quelli influenti, attraverso i ritmi stressanti di un inseguimento. Chi rincorre chi? Chi rincorre cosa: la politica contro il tempo. C’è chi non lo perde affatto, talvolta inciampando sulle inesattezze e le smanie di un illogico protagonismo che il copione non prevede. Ad esempio, se i tweet di Matteo Salvini fossero stati dei ciak al macchinista di turno sarebbero venuti i crampi alle mani. Ma fin qui nulla di male, il problema si pone analizzando il loro contenuto.

Alle consuete litanie anti-immigrazione si sovrappongono quotidianamente gli attacchi ad un governo in piena trattativa con il comparto più potente dell’UE: alle menzogne sul Mes (e non solo) denunciate da Giuseppe Conte – un divo di Hollywood in questo preciso momento storico – si è aggiunta nelle ultime ore la votazione contro l’emendamento pro coronabond presentato dai Verdi, risultata peraltro decisiva, insieme a quella di Forza Italia, per la bocciatura del medesimo.

Mentre il partito di Berlusconi persiste, disgraziatamente, nell’estenuante difesa di scelte erronee del passato, la Lega agisce per puro interesse propagandistico, a tal punto da pontificare e divulgare fantasiose soluzioni entro i confini nazionali per poi smentire se stessa in Europa, allineandosi di fatto alle direttive imposte da Germania e Olanda. E qui il dubbio sorge spontaneo: e se si fosse votato contro i coronabond per indebolire ulteriormente la posizione del governo italiano e di conseguenza costringerlo ad accettare il Mes – seppur modificato nella sua formulazione originale – per il semplice gusto di poter urlare ai quattro venti “ve l’avevo detto”? “Più semplice è la cura, meglio è”.

Tutt’a un tratto la profondità svanisce nel nulla, generando un cambio di programma piuttosto inatteso (?). È la volta della linea comica, costruita su un asse che unisce le bufale sulla creazione del COVID-19 in laboratorio e le preghiere in diretta televisiva alla mitologica serie tv Boris: inutile nasconderlo, tutte hanno prodotto un’infinita quantità di sorrisi. Inoltre, chi non si ricorda del regista Renè Ferretti, intento ad impartire ai suoi collaboratori ordini di “aprire e chiudere tutto” a seconda delle occasioni, e di chi ad inizio pandemia comandava simili azioni, mente spudoratamente. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.

Ma torniamo seri. Nel quadro complessivo delle riflessioni, quelle che nei film sviluppano alti livelli di pathos, spetta al tele-lettore attribuire meriti e colpe: il vero problema sono le fake news o gli spazi istituzionali “incautamente” utilizzati? Si pensi che in The Truman Show si arrivò a definirsi “stanchi di vedere attori che ci danno false emozioni, esauriti da spettacoli pirotecnici o effetti speciali”.

La realtà, in piena crisi economico-sanitaria, è sotto gli occhi di chiunque: tuttavia, leggendo le innumerevoli dichiarazioni dei leader dell’opposizione – un tam tam mediatico impressionante – appare alquanto improbabile assistere ad una sorta di unione delle forze in campo nel nome della sopravvivenza del bene comune e della salute pubblica.

I personalismi stanno vincendo la loro battaglia e noi, che vorremmo/dovremmo lavarcele mille volte al giorno, abbiamo le mani LEGAte. Ci resta un’unica speranza, quella che a nessuno venga lo sfizio di improvvisarsi Ponzio Pilato.

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