Marcos Morau e il Ballet Nacional de España aprono la 40a edizione del Romaeuropa Festival

Per la sua quarantesima edizione, il Romaeuropa Festival celebra il suo ruolo di promotore di relazioni diplomatiche e cooperazione internazionale, tessendo una rete di collaborazioni attraverso lo spettacolo. La Fondazione presenta un ricco cartellone che, dal 4 settembre al 16 novembre, offrirà al pubblico oltre 110 spettacoli e 250 repliche. Il Festival accoglierà più di 700 artisti da tutto il mondo, esplorando con loro i confini di musica, danza, teatro e arti performative.

Nell’ambito del dialogo culturale tra Italia e Spagna, l’inaugurazione dell’edizione di quest’anno si apre il 4 e il 5 settembre con il prestigioso Ballet Nacional de España, diretto da Rubén Olmo, alla sua prima collaborazione lo scenografo spagnolo Marcos Morau. Un’occasione che celebra non solo i 160 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Spagna, ma che sancisce anche il rinnovato rapporto instaurato dalla Fondazione con il Teatro dell’Opera di Roma, che anche quest’anno ospiterà lo spettacolo inaugurale presso il Teatro Costanzi.

Per l’occasione, Morau porta in scena in prima nazionale, con il supporto dell’Ambasciata di Spagna, dell’Istituto Cervantes e di Banca Ifis, Afandor: uno spettacolo ispirato al leggendario fotografo colombiano Ruvén Afandor. Artista noto per il suo stile unico, capace di trasformare la moda, il ritratto e la danza in visioni oniriche e surreali, e per l’uso esperto della tecnica ‘black&white’ che ha contraddistinto molti dei suoi lavori più famosi.

«Ruvén Afandor è un punto di riferimento per tutti noi che lavoriamo con le immagini del corpo umano. Io stesso sono stato un fotografo, prima che coreografo» spiega Marcos Morau. «Quando ho iniziato ad allestire questo spettacolo, ispirato e affascinato dai libri di Afanador “Ángel Gitano” e “Mil Besos”, sapevo che non sarebbe stato un semplice tentativo di imitare la bellezza in essi contenuta poiché le magistrali sessioni fotografiche dell’artista in Andalusia sono irripetibili. Sarebbe impossibile ricreare quell’alchimia tra il fotografo e i personaggi di grande carisma che ha ritratto. “Afanador” osserva il flamenco attraverso una lente deformante, una lente fatta di sogni, desideri e ricordi. Il suo sguardo surrealista è molto simile allo sguardo sul mondo che si è sviluppato nel lavoro di questi anni con la mia compagnia, La Veronal: uno sguardo che cerca di non rappresentare il mondo esistente, ma di inventarne di nuovi».

Sul palcoscenico saliranno dunque 33 danzatori, accompagnati da 9 musicisti e dalle musiche originali di Juan Cristóbal Saavedra, che trasformeranno l’immaginario del fotografo colombiano in movimento e musica, secondo l’universo coreografico visionario di Morau. La drammaturgia dello spettacolo è curata da Roberto Fratini, mentre gli interventi sonori sono di Maria Arnal.

Dopo l’opening, il programma della prima settimana di inaugurazione prosegue all’insegna della danza internazionale e del dialogo tra generazioni. Il Teatro India, in collaborazione con Short Theatre, ospiterà il 7 e l’8 settembre in prima nazionale A little bit of the moon, un lavoro al confine tra danza e teatro di Anna Teresa De Keersmaeker insieme al regista e artista visivo libanese Rabih Mroué. Nei due giorni successivi, all’Auditorium Conciliazione andrà in scena la Dresden Frankfurt Dance Company con un double bill. A inaugurare la serata sarà l’ultima coreografia destinata al palcoscenico firmata da William Forsythe, seguito dallo spettacolo ideato dal coreografo e danzatore greco Ioannis Mandafounis.

Tra grandi ritorni e nuove proposte il Festival costruisce i suoi percorsi mettendo a confronto generazioni e linguaggi: dal Ballet National de Marseille alle icone internazionali della musica come Laurie AndersonStefano Bollani con Alessandro BariccoKruder & DorfmeisterKae Tempest, Ryoji IkedaBlixa Bargeld con la compagnia danese Hotel Pro Forma; dai cine-concerti dedicati al film cult Whiplash di Damien Chazelle (al suo decimo anniversario) e La Haine (L’odio) di Mathieu Kassovitz musicato da Asian Dub Foundation (per i suoi trent’anni), agli omaggi per i 100 anni di Luciano Berio e al minimalismo americano con John Adams (presentato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia) o Christian MarclayChristophe Chassol in dialogo con le musiche di Steve Reich.

E poi i rappresentanti della scena internazionale della danza e del teatro come (LA)HORDE, Miet WarlopQudus OnikekuMoritz OstruschnjakAnne Teresa De Keersmaeker con Rabih MrouèAkram Khan con Manal AlDowayan, i taiwanesi U-Theatre, Christos Papadopoulos, Israel Galvan con Mohamed El KhatibBERLINMilo RauLia RodriguesCaroline Guiela NguyenLouise Lecavalier e quelli della scena nazionale come Fanny & AlexanderFabiana IacozzilliGabriele Paolocà con Claudia MarsicanoMuta ImagoPanzetti / TicconiKOR’SIAFederica RoselliniMotus.

Completano il cartellone le attività dell’ULTRA REF, il nuovo segmento della rassegna che abiterà gli spazi del Mattatoio al Testaccio e che tra creatività emergente e nuovi formati, rafforza la propensione del Festival all’innovazione, alla collaborazione, al futuro.

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