Nuovo decreto, chiusura al Mes

La conferenza stampa del premier Conte, svoltasi domenica, ha aggiunto ben poco di nuovo rispetto alle misure già in vigore. Piuttosto, ha generato aspettative vane. Invece, pare che il nodo sul Mes si sia sciolto, con una chiusura da parte del governo.

In sostanza, Conte ha affermato che, con buona probabilità, l’Italia rinuncerà al Mes, verrà affidato ai sindaci il potere di realizzare mini-lockdown e di attuare misure più restrittive e le palestre avranno una settimana di tempo per adeguarsi alle normative sanitarie. Tanto fumo, poco arrosto. È un paradosso, rispetto al fine della conferenza, cioè la spiegazione del nuovo decreto, eppure la parte più interessante è il diniego al fondo salva Stati. Le parole del premier hanno fatto discutere i partiti: Renzi sostiene che “Conte faccia un danno a tutti”, mentre la Meloni crede che “il premier abbia dato ragione all’opposizione”, nonostante le parole del leader leghista, secondo cui invero Conte non abbia ascoltato il Centrodestra. Forza Italia si stacca ancor più dagli alleati, tramite le parole di Anna Maria Bernini: “Il ragionamento di Conte è assurdo”. Il partito di Berlusconi, da mesi, spinge affinché il governo accetti il prestito di 36 miliardi circa, mentre gli alleati della coalizione frenano, e il premier pare convenga. 

Fuori dalla logica dei partiti, che ha contaminato un dibattito più di interesse nazionale che strettamente politico, rifiutare il Mes è un errore.

Dopo aver affrontato la pandemia in maniera improvvisata, nel trimestre tra giugno e agosto, durante il quale il numero contagi era nettamente basso, l’Italia non ha implementato il sistema sanitario così come avrebbe dovuto. Puntare tutto sull’app Immuni è stato un errore, come volevasi dimostrare. I drive in sono intasati da più di un mese, il vaccino antinfluenzale tarda ad arrivare ed è in poche dosi, molte delle assunzioni promesse dal governo non sono state concretizzate. E perché rifiutare dei soldi, con un tasso di interesse conveniente, da spendere in sanità? La motivazione istituzionale riguarda il debito pubblico italiano, ad avviso del premier troppo alto. Prendere i soldi del Mes potrebbe spingere il governo a intervenire con nuove tasse. La logica alla radice del ragionamento, tuttavia, pare oscura. La situazione economica italiana, inoltre, sarebbe “positiva” agli occhi di Conte, che, probabilmente, soffre di strabismo.

Forse un dato è emerso con nettezza, ossia che all’interno della maggioranza comandano i 5 Stelle; il Pd chiede che Conte ne discuta in Parlamento, tuttavia l’inattitudine che nei mesi ha dimostrato nel concordare le scelte nell’Assemblea potrebbe far pensare che neppure stavolta deciderà collegialmente, fatte salve le imposizioni del suo partito di riferimento. 

Pertanto, da ieri non ci sono grandi novità, come invece si pensava, a seguito delle indiscrezioni che hanno confuso non poco i cittadini. Far trapelare delle informazioni, pressoché certe, per generare dibattito e aspettative vane, è rischioso. Ciononostante, l’équipe governativa incappa sempre nello stesso errore. 

E rischia di finire in un vortice, una falla ben più grossa, se ufficializzerà il diniego al Mes. Gli ospedali stanno tornando a riempirsi e i fondi, attualmente, scarseggiano. 

Finire come a marzo, ovvero cadere nella stessa trappola, sarebbe pericoloso e sciocco. 

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